Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio,per il 2014 la
ripresa dei consumi con un esile più 0,1 per cento,si conferma debole e lenta.
Cresce sì la fiducia –dice il rapporto – ma consumi ed investimenti mostrano
l’altra faccia del Paese ove l’economia è ancora ferma al palo e che vede
ampliare il divario economico e sociale tra il nord ed il sud.
Critico è lo stato di salute delle attività commerciali e
dei servizi con oltre 12.000 imprese in meno nei primi tre mesi del 2014.
E’l’allarme lanciato dal Presidente di Confcommercio Carlo
Sangalli nella annuale relazione
presentata a Roma in via della Conciliazione che rivela, come l’ottanta per
cento di queste chiusure riguardano in particolare l’abbigliamento.
Cambia l’Italia negli ultimi anni dal punto di vista
demografico, cresce la popolazione del Nord-Est mentre si spopola il Sud. Per
cercare nuove opportunità di lavoro ci si sposta poi dal Nord d’Italia verso
l’Europa.
Dal 2007 si fanno meno figli ed oggi il tasso di natalità
nel nostro Paese è il più basso dell’ultimo decennio; era il 9,4 per mille nel
2002 ridottosi nel 2012 al nove per mille.
Per i consumi la musica non cambia. A livello nazionale
occorreranno più di 11 anni per tornare ai livelli pre-crisi ed al Sud , il prossimo anno si
raggiungeranno 12.160 euro procapite, un livello inferiore a quello di 20 anni
fa che era pari a 12.195 euro.
Sangalli ha evidenziato che:”la lezione delle europee è
stata chiara, il Paese ha espresso un deciso desiderio di cambiamento, una speranza di crescita, di sviluppo e di un futuro diverso.”Ricordando
come la Confederazione europea sia nata dalle ceneri della seconda guerra
mondiale, ha aggiunto ”Bruxelles a volte
ci delude ma come diceva Jean Monnet meglio combattere intorno ad un tavolo che
su un campo di battaglia”. La parola d’ordine è quindi “fare le riforme”. Dal 2008 gli investimenti sono crollati di quasi
un quarto ed ha proseguito “E’ umiliante ed intollerabile non riuscire ad
offrire una opportunità ai tanti giovani che emigrano
definitivamente all’estero per cercare lavoro. L’Italia è ancora gravemente
malata di bassa crescita e non è affatto fuori pericolo”.
Rivolto ai numerosi politici in sala ha auspicato che: “si
deve licenziare la vecchia e cattiva abitudine dello spendi e tassa che ci ha
portato ad avere oltre 2100 miliardi di euro di debito. L’attuale carico
fiscale sul lavoro è incompatibile con la crescita. – ed ha denunciato - “Le tasse in Italia si pagano
tre volte:prima come imposte poi come burocrazia infine come incertezza.
Non è possibile che un imprenditore onesto si senta sempre un po’ sorvegliato
speciale per il fisco italiano”.
C’è preoccupazione per il rischio di un incremento di
pressione fiscale e c’è crescente
incertezza su quanto e come pagare questi complicatissimi tributi.
Sangalli ha puntato il dito anche sulla restrizione dei
crediti e l’eccessivo costo dell’energia.”Le nostre imprese – ha detto il presidente di Confcommercio- pagano in media l’energia il 30 per cento in
più rispetto quelle degli altri Paesi europei. L’eccesso di imposizione fiscale
ha sottratto risorse, ed ha concluso: “la nuova stagione politica del
Presidente Renzi ha convinto molti che l’avvio delle riforme è dietro l’angolo.
Ora non si può tornare indietro”.
Non ripetiamo quindi l’errore del 2012:conti in disordine,
più tasse, che hanno creato solo
contrazione dei consumi e nuova recessione.