San Benedetto - In merito al progetto ANIMA, i delegati al Congresso della UIL di Ascoli 
Piceno e Fermo intendono affermare l’importanza dell’iniziativa.
Evidenziano come la riqualificazione degli spazi 
scarsamente utilizzati e senza particolari vincoli paesaggistici rappresenta una 
opportunità unica per rilanciare ulteriormente il territorio soprattutto dal 
punto di vista culturale.
La struttura infatti – ANIMA è l’acronimo di Arte 
Natura Idee Musica Azione – si presenta come uno spazio polivalente dove le 
persone possono interagire in modo versatile a seconda degli eventi ospitati, i 
quali, anche grazie all’ampiezza dell’area (circa 7000mq), potranno avere un 
riscontro di pubblico anche oltre il territorio stesso.
Le caratteristiche paesaggistiche del Piceno, note ed 
apprezzate ben oltre i confini nazionali, vengono infatti purtroppo accompagnate 
da una recettività ancora molto limitata in termini di eventi e manifestazioni 
culturali, che molto spesso non riescono a superare i confini della Vallata del 
Tronto e delle zone limitrofe: in tal senso, gli ampi spazi di ANIMA potranno 
essere utili al superamento di tale problematica, anche ai fini di una maggiore 
“sprovincializzazione” del modo di fare turismo che in molti casi è il vero 
limite allo sviluppo della zona.
Oltre agli aspetti citati, non si trascuri la 
ricaduta positiva che la messa in opera del progetto e il suo ammontare 
economico potranno avere per le imprese locali, quindi anche in termini di 
possibili nuovi posti di lavoro o, perlomeno, di salvaguardia di quelli già 
esistenti, anche considerato la drammatica congiuntura negativa nella quale 
versa il settore dell’edilizia nella Regione Marche.
Riteniamo pertanto importante supportare l’iniziativa 
ANIMA, capace di rilanciare anche a livello comunicativo il Piceno: allo stesso 
tempo, stanti tutte le autorizzazioni necessarie già rilasciate e il progetto in 
punto d’inizio dopo quattro anni di lavoro propedeutico, pare ancor più assurdo 
il vincolo paesaggistico posto dalla Soprintendenza per i beni architettonici e 
paesaggistici delle Marche.
Giunti infatti al trentunesimo (31) passaggio 
autorizzativo inerente la sola opera architettonica, la Soprintendenza ha 
rimesso in discussione il nulla osta sull’aspetto urbanistico, che era già stato 
discusso tempo addietro statuendo che la zona non avesse alcun interesse 
paesaggistico.
Oltre alla tempistica, particolarmente infelice dato 
l’iter pregresso, questo fatto rappresenta ancora una volta una delle piaghe di 
questo Paese, ovvero la eccessiva burocrazia che finisce per scoraggiare chi è 
interessato ad investire.
Poiché non si parla certo di disboscare la foresta 
amazzonica, ma di riqualificare una zona di fatto 
inutilizzata.
Il Congresso UIL ribadisce un semplice ma fermo 
concetto: in un momento storico nel quale investire è divenuto una chimera, 
porre assurdi vincoli burocratici ad una iniziativa avviata da tempo pare 
davvero uno schiaffo alla realtà.