“Le Marche non possono rinunciare ad un istituto di credito con una governance legata al territorio e alle sue peculiarità. Non si può assistere all’ennesimo passaggio di valori dalla nostra comunità ad un’altra. Su questo punto dobbiamo essere tutti uniti. Siamo al confronto finale sulla capacità di gestire l’economia regionale da parte dei suoi principali presidi, a partire da quelli bancari e finanziari. Il tempo sta scadendo”. Lo ha detto il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, partecipando questa mattina all’incontro “Per lo sviluppo e il lavoro. Banca Marche risorsa della nostra regione” organizzato ad Ancona da Cgil, Cisl e Uil. Spacca, che prima del convegno ha incontrato tra gli altri i lavoratori della Se.Ba. (Servizi Bancari), ha definito la riflessione di oggi “fondamentale” ed ha ringraziato i sindacati per aver organizzato tale iniziativa che ha acceso l’attenzione su una vicenda spesso giocata nel disinteresse.
“I tempi sono maturi – ha detto - perché sia avanzata la proposta sul futuro di BdM, che l’istituto di vigilanza di Banca d’Italia si attende provenga dalla comunità regionale. Non possono essere la politica e le istituzioni a farlo. Ad esse compete infatti esclusivamente una funzione di moral suasion, che la Regione sta esercitando in coerenza con le indicazioni dell’Assemblea legislativa. E’ necessario che i soggetti deputati, il sistema economico regionale, facciano presto e presentino un progetto. In caso contrario, altri lo faranno al posto delle Marche”. Una proposta che dovrà fondarsi su tre pilastri: impegno diffuso e distribuito della comunità regionale per la ricapitalizzazione; presenza di un istituto di credito che abbia come mission l’attenzione all’economia del territorio, quindi non una grande banca ma una banca di comunità; presenza di fondi per sostenere la ricapitalizzazione che si presenta impegnativa.
“Il tessuto industriale delle Marche, regione più imprenditoriale d’Italia – ha sottolineato Spacca - è composto per lo più di micro e piccole realtà e, quindi, poco capitalizzate. Il bisogno di strumenti finanziari a supporto di tali imprese e di un istituto di credito fortemente attento alle esigenze del territorio è dunque straordinario. Le sorti di BdM si intrecciano quindi perfettamente con il futuro della nostra regione. Oggi siamo arrivati all’ultimo capitolo di questa vicenda”.
Spacca ha sottolineato la necessità che l’ultima banca regionale mantenga salde le radici nel territorio. “Dobbiamo preservare – ha detto - una governance in cui sia forte la presenza e l’intelligenza del nostro territorio. Deve essere la comunità con i suoi centri vitali a far sì che ciò avvenga: industriali, artigiani, commercianti, cittadini. È a loro che va questa invocazione affinché la partecipazione alla ricapitalizzazione di Banca delle Marche sia plurale e condivisa. Ciò potrà avvenire con un aumento di capitale a quote ridotte e appetibili. Occorre una larga adesione a questo percorso, come invocato dall’Assemblea legislativa e dagli stessi sindacati. Rispetto dell’identità territoriale, attenzione alle Pmi e alla strategia competitiva delle micro e piccole imprese, è la mission che dovranno avere anche l’istituto di credito e i fondi internazionali interessati a partecipare al processo”.