«Per noi, come Cna di Ascoli Piceno, una cosa è certa: non stiamo certo a guardare se la voce di protesta viene da un artigiano, da un commerciante o da un altro imprenditore.
Quello che dico è dimostrato nei fatti dalla nostra azione sul territorio in seno a Rete Imprese Italia".
Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli, sintetizza così il disappunto dell'Associazione per come è stata gestita la trasmissione di Rete 4 "Quinta Colonna" che lunedì scorso avrebbe dovuto avere come interlocutrice la piazza di Ascoli Piceno.
"Da Mediaset ci hanno chiesto storie da raccontare per testimoniare un problema - aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno - e noi ci siamo adoperati per trovarle.
Non è facile chiedere a qualcuno che ha vissuto o sta vivendo un problema di metterlo in piazza davanti a un paio di milioni di telespettatori.
Ci siamo impegnati perché come Associazione riteniamo che portare all'attenzione di tutti una problematica aiuti la risoluzione del problema.
Certo è che la piazza deve fare da sponda allo studio". E in studio? su questo non ha dubbi Barbara Tomassini, presidente provinciale di Cna Artistico e Tradizionale: "Qualcuno dei nostri artigiani, esasperati più che urlatori, ha affrontato la vigilia della trasmissione con ansia.
Parlare e dire cose anche personali, per aiutare a far emergere un problema che coinvolge tantissimi altri, non è comunque facile.
E' questa la molla che ci ha dato la voglia di collaborare a questo programma. La delusione, poi, a parte il poco tempo dedicato ad Ascoli, è scoprire che d'all'altra parte interloquisci con non meglio precisati provocatori di professione o con più o meno leggiadre ballerine di balcone".
"Anche per la manifestazione a Roma del 18 - conclude Francesco Balloni - ci siamo impegnati come Cna per la riuscita di un'azione comune di Rete Imprese Italia. Dal Piceno abbiamo portato oltre cento imprenditori ed è stata una delle delegazioni più numerose delle Marche. Erano artigiani? Erano commercianti? Per noi erano imprenditori arrabbiati. E vogliamo che Rete Imprese Italia provi sempre a rappresentarli al meglio. A livello nazionale e qui nel Piceno».