Le nuove imprese sono state 1.507, ovvero 107 unità, il 7,6 per cento in più rispetto al 2012. Le cessazioni sono state 1.637, cioè 216 pari al 15,2 per cento in più al 2012. La maggiore crescita delle cessazioni ha portato ad un aumento del saldo negativo di imprese giunto a meno 130 rispetto al 2012 (erano state “solo” meno 21 nel 2012 rispetto al 2011).
MENO INVESTIMENTI, MENO SPERANZE DI CRESCITA PER LE IMPRESE
Dando un valore 100 all’ammontare degli investimenti delle imprese artigiane nel 2005, questo valore scende a 20 nel 2013. In parole povere in appena 8 anni le piccole imprese della provincia di Ascoli Piceno hanno ridotto dell’80 per cento le risorse investite.
MANIFATTURIERO, PROFONDO ROSSO
Se si considera il comparto manifatturiero si osserva come il 2013 registri una diminuzione percentualmente più accentuata del numero di imprese nel Piceno (meno 1,2 per cento, il doppio rispetto alla media riferita a tutte le attività produttive). Il saldo negativo tra nuove imprese e cessazioni è passato da meno 56 nel 2012 a meno 76 nel 2013. A ancora. Le perdite di imprese tra il complessivo 2013 e il 2012 sono ancora più elevate se si considera solo il comparto dell’artigianato della provincia: le imprese artigiane attive passano infatti da 6.413 a 6.256 perdendo 157 unità pari al 2,4 (il quadruplo rispetto alla media generale) per cento in meno.
IL PICENO "SOFFRE" MA COMUNQUE ANCORA "TIENE"
L’andamento delle spese per retribuzioni conferma la maggior dinamica dell’economia di piccola impresa della provincia Picena: tali spese, nel loro andamento ciclico, disegnano un profilo di una provincia che viaggia a ritmo più sostenuto di quello del complesso della regione. Si registra tra il primo semestre 2013 e il primo semestre 2012 una crescita di tali spese - che denota quantomeno una tenuta occupazionale – più decisa per la provincia (da 105,0 a 108,2) che non per la regione (da 88,9 a 90,2).
MA IL CREDITO ANCORA NON SOSTIENE ADEGUATAMENTE LA RIPRESA
Secondo una recente indagine dell’Osservatorio sul credito alla Piccola Impresa mostra come nella provincia di Ascoli Piceno tra il 2011 e il 2013 la diminuzione dei prestiti alle imprese (per la precisione: degli impieghi vivi e cioè dell’ammontare totale dei prestiti al netto delle sofferenze) è diminuita del 15,5% e cioè ad un ritmo ben maggiore della diminuzione registrata per l’Italia -10,9%). Nella classifica dei dei 110 comuni italiani che hanno subito la più marcata diminuzione dei prestiti, la provincia di Ascoli Piceno è al non certo invidiabile 10° posto. A fare le spese di questa ulteriore contrazione del credito sono state soprattutto le imprese artigiane e quelle con meno di 20 dipendenti, che hanno visto i prestiti ridursi in due anni del 14,3 per cento, scendendo da 6.756 a 5.787 milioni di euro.
E' SEMPRE EMERGENZA LAVORO
Le dinamiche degli iscritti alle liste di mobilità mostrano come in tutte le province marchigiane essi diminuiscano: Fermo, Pesaro Urbino, Ancona e Macerata registrano i cali maggiori, rispettivamente con variazioni del -72,4%, -50,4%, -38,3% e -33,4%; Ascoli Piceno segna una dinamica più contenuta, molto al di sotto della media marchigiana, pari al -16,2%. Il che vuol chiaramente dire che nel Piceno il lavoro resta fra le prime, e forse proprio la prima, emergenze economiche e sociali.