Lo conferma uno studio finanziato dalla Provincia di Ascoli Piceno i cui risultati verranno presentati da eminenti studiosi in un convegno, sabato 25 gennaio ad Acquasanta Terme presso il Teatro dei Combattenti a partire dalle ore 9.30.
«Attendevamo fiduciosi lo studio affidato al Consorzio Ferrara Ricerche – dicono il presidente Piero Celani e l'assessore all'Ambiente Andrea Maria Antonini – Ora il il professor Torquato Nanni, coordinatore della ricerca e attualmente docente dell'Università Politecnica delle Marche ci fornisce notizie molto importanti per il futuro sviluppo del territorio».
Il Piceno intanto ottiene una rassicurazione sulle potenzialità delle risorse idriche.
«E' vero – dice Celani – non dovremo più preoccuparci nel futuro della quantità di acqua potabile del nostro territorio, anche se questo non deve farci abbandonare virtuose politiche di risparmio del nostro petrolio blu. Lo studio ha evidenziato – continua il presidente della Provincia – che le risorse idriche immagazzinate e immagazzinabili negli acquiferi sono abbondantemente al di sopra della domanda. Condizione che, anche in caso di periodi di siccità, consentirà tranquillità al nostro territorio».
E dal punto di vista termale le potenzialità del giacimento nell'Acquasantano sono sorprendenti: nella dorsale medio adriatica sembra essere di gran lunga tra i più vasti.
«La temperatura dell'acqua sulfurea dovrebbe aggirarsi intorno ai 40 gradi centigradi – aggiunge Piero Celani – Ora per avere conferma della quantità d'acqua si dovrebbe scavare un pozzo della profondità di circa 1.500 metri. Il costo per questa operazione non è elevatissimo, circa 150 mila euro. Facciamo un appello ai nostri imprenditori per far fronte a questa necessità che potrebbe convalidare i dati già forniti dallo studio. Si aprirebbe così uno scenario unico sia per quanto riguarda il settore dell'agricoltura, in particolare penso alle attività florovivaistiche o serricole in genere, e alla potenzialità che la geotermia può fornire ad esempio nel teleriscaldamento. Se davvero il bacino dovesse essere così grande e la temperatura fosse di 40 gradi, si potrebbe teleriscaldare l'intera città di Ascoli Piceno con un costo prevedibile di 5 o 6 milioni di euro».
Dal punto di vista prettamente termale lo studio apre prospettive per il territorio di Acquasanta Terme, fonte termale conosciuta fin dal tempo dell'antica Roma, in termini di sviluppo socioeconomico. Ci sono già imprenditori ascolani sensibili alle potenzialità di questo comparto montano che in Confindustria hanno costituto il Consorzio “Sorgenti Comuni”. Saranno loro a sviluppare e industrializzare le potenzialità di questo studio? Il presidente della Provincia se lo augura perché è sempre meglio avere una interlocuzione con imprese del territorio che hanno una responsabilità sociale nettamente superiore a soggetti provenienti dall'esterno. L'attuale situazione di crisi legata anche alla fuga delle multinazionali è ormai un fatto di scuola. In ogni caso di imprese di altre regioni che abbiano interesse allo sfruttamento termale ce ne sono e manifestazioni d'interesse ce ne sono state anche di concrete. Il presidente Celani rivela che un imprenditore del Veneto lo incontrò per la fonte termale di proprietà dell'Istituto diocesano di sostentamento del clero situata nell'area dell'ex vetreria.
L'università di Ferrara poi è stata coinvolta in questo studio anche con la società Hera Spa che è specializza nel settore del teleriscaldamento e in energie rinnovabili.
Il convegno si svolge con la partecipazione, oltre che del Comune di Acquasanta Terme e e della Provincia di Ascoli Piceno, della Società Cooperativa Ad Aquas di Acquasanta Terme del Ordine dei Geologi delle Marche.
Presenti alla conferenza stampa di presentazione il dirigente del servizio Ambiente Giuseppe Serafini e il geologo Claudio Carducci.