La Manuli deve reintegrare 40 dipendenti licenziati ingiustamente

La Manuli deve reintegrare 40 dipendenti licenziati ingiustamente

La Usb evidenzia come fosse giusta la visione di illeggittità nel comportamento dell'Impresa

I magistrati del lavoro in primo e secondo grado di giudizio hanno rilevato illegittimità nelle procedure di cassintegrazione e mobilità adottate dalla Manuli. «Tesi sostenuta da dall'Usb – dice il segretario Andrea Quaglietti insieme all'avvocato Strozzieri – che ha cercato di tutelare i lavoratori. Abbiamo chiesto non solo dopo questa sentenza di incontrare l'azienda per chiedere il reintegro, ma non abbiamo avuto alcuna risposta al momento. Si deve sapere che non si può imporre il reintegro forzato all'impresa. Di fatto però i lavoratori che hanno vinto la causa sono a tutti gli effetti dei dipendenti in carico alla Manuli, la quale dovrà riconoscere gli stipendi come se stessero a lavoro, oltre gli stipendi arretrati.

A questo punto forse tutti quelli che hanno accettato gli incentivi proposti dalla Manuli, confortati da alcuni sindacati, potrebbero fare una riflessione ».

L'Usb chiede alla Manuli di tornare ad investire nello stabilimento di Ascoli che ha dato ricchezza negli anni all'azienda. Attualmente nella parte idraulica lavorano oltre 90 persone mentre una cinquantina lavorano nella parte dei grandi tubi. Ma nello stabilimento di idraulica non si sta facendo manutenzione e sembrerebbe proprio l'anticamera per ulteriore delocalizzazione, forse verso la Turchia, dopo essere andati in Cina e in Polonia.

In questo frangente chiediamo alle Istituzioni, alla politica di impegnarsi per far invertire la rotta nelle decisioni aziendali. «Non regge il discorso di mancanza di richiesta di prodotti dell'idraulica – dice Quaglietti - visto che c'è un'azienda nel Teramano che nello stesso settore ha raddoppiato gli investimenti in questo settore e aumentato il mercato».