Cgil, Cisl e Uil stigmatizzano così le prese di posizione e le azioni di chi vuol bloccare il processo di riqualificazione dell'ex area Carbon. Giancarlo Collina (Cgil) non riesce a comprendere come «nessuno sia interessato al fatto che ci siano 80 o 100 lavoratori della ex Sgl Carbon che non hanno più ammortizzatori sociali e quindi non possono mandare figli all'università e si trovano in difficoltà a gestire la famiglia.
Tutti parlano di volumetria e per questo motivo dovrebbe essere bloccato il progetto, ma il fatto è che non ce ne sono altri e dove si sono iniziati contenziosi per la bonifica tutto si blocca per anni. Un esempio ce lo abbiamo a Porto S. Elpidio con l'ex Fim. Eppoi sulla volumetria – continua Collina – arrivano contraddizioni tra gli stessi imprenditori, come nel caso di Ubaldi. Come mai non si criticano varianti come Monterocco o Villa Rendina dove si costruiscono 300 appartamenti in zona verde e per giunta vicino al depuratore e al fiume Tronto? Noi siamo per la filosofia del costruire sul costruito, senza consumo di suolo, e nell'area Carbon avviene proprio questo secondo gli accordi presi 8 ani fa con la realizzazione di edilizia innovativa e ecosostenibile».
Sulla strumentalizzazione del dibattito per la riqualificazione il sindacato ci va giù duro. «E' stato il sindacato a fare pressioni sulle istituzioni per trovare una via celere alla realizzazione del progetto – spiega ancora Collina – perché la fabbrica era chiusa da 8 anni e i lavoratori premevano. Così la Regione fece una consulenza al Comune di Ascoli e si scelse la via del Pru (Piano di riqualificazione urbana) che era lo strumento più veloce. Chi vuole mettere l'area ex Carbon nel Prg vuole in realtà bloccare tutto. A noi invece interessa la bonifica che vuol dire lavoro e il Polo Scientifico e tecnologico. Questa città è tana libera tutti: ci sono aree agricole che forse interessano a qualcuno? Alcuni dicono che la speculazione farà abbassare il valore degli immobili. Bene, a gente come me non può che far piacere così i lavoratori, potranno permettersi di acquistare una casa».
«Il progetto per come è stato pensato e condiviso da tutte le istituzioni e dalle associazioni di categorie – dice Antonio Angelini (Cisl) – ha una valenza strategica che supera il territorio piceno. Noi con i lavoratori potevamo metterci sui cancelli invece ci siamo fatti carico di un progetto le cui ricadute economiche andavano all'intera collettività.
Così un fabbrica e un'area che per cento anni aveva prodotto lavoro e ricchezza con la riconversione avrebbe proseguito nel suo valore simbolico a produrre lavoro e ricchezza. E della riqualificazione è ideale che se ne occupino imprese del territorio. Abbiamo spinto per l'aggregazione delle imprese puntando sulla responsabilità sociale anche nel raccogliere la sfida per la bonifica. Questo progetto è stato condiviso da tutti.
Sono state fatte tante iniziative pubbliche per spiegarne i contenuti e le modalità di realizzazione. Ora siamo preoccupati che in clima elettorale gli articoli di stampa possano indurre qualcuno a bloccare il progetto di riqualificazione. Questa conferenza è una spinta a tutte le istituzioni a essere ferme sugli accordi presi e ad accelerare. La Provincia ha approvato i progetti formativi per figure professionali elevate nel campo della bonifica».
«Questa da parte nostra è una sveglia al sindaco Castelli – dice Giuseppe Pacetti (Uil) - perché comprenda che se c'è una cosa della quale vale la pena vantarsi sarà proprio quella di aver realizzato questo progetto strategico. Non possiamo assistere a interventi politici come quelli di Agostini o degli ambientalisti per scopi elettorali fatti sulla pelle dei cittadini. Che non si ceda alle “sirene”, si lavori per la città. Ci opporremo con tutte le forze contro chi vuole bloccare questo progetto».