Tra le Regioni italiane a statuto ordinario, collocate nella fascia più alta del rating di Fitch, si trovano anche la Lombardia e il Veneto.
Uno dei principali fattori che caratterizzano le finanze della Regione Marche, evidenziati da Fitch per l’attribuzione del rating, è il basso livello del debito, che l’Agenzia prevede rimarrà stabile fino al 2015, anche grazie a un disavanzo effettivo di amministrazione contenuto.
Fitch evidenzia, poi, che il bilancio della Regione Marche è tradizionalmente in equilibrio, anche con specifico riferimento al settore della sanità.
D’altro canto, l’Agenzia prevede una diminuzione del margine operativo e degli investimenti, e ritiene che il calo dei consumi privati e della spesa pubblica porteranno a una contrazione del PIL delle Marche nel 2013, seguito da una lieve ripresa nel 2014.
Tuttavia riconosce che l’export di mobili, abbigliamento e calzature, il tasso di occupazione stabile e il basso rapporto tra debito delle famiglie e PIL riescono a mitigare il debole andamento economico.
“Una valutazione positiva, da parte di Fitch, che conferma come la Regione stia operando con rigore nella gestione del bilancio che si rivela sempre più problematica per la scarsità di risorse pubbliche disponibili e per il drastico taglio dei trasferimenti da parte dello Stato – afferma il presidente Gian Mario Spacca – Anche la positiva valutazione dei conti riferiti al sistema sanitario conferma che la strada della riforma intrapresa dalla Regione, rappresenti l’unica percorribile per continuare a garantire servizi di qualità, secondo le esigenze delle comunità locali”.
L’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, al riguardo dichiara che: “Fitch, pur consapevole della debolezza del contesto economico e finanziario in cui opera la Regione, riconosce la solidità delle finanze regionali e colloca le Marche tra le Regioni più virtuose, come la Lombardia e il Veneto.
Ciò ci conforta e ci incoraggia nel proseguire i nostri sforzi, per garantire al tempo stesso gli equilibri di bilancio e un livello adeguato di servizi”.