Da una parte ci sono “detrattori” del progetto Ascoli21, l'unica proposta in campo fino a questo momento, dall'altra una maggioranza silenziosa, che magari condivide questa riqualificazione, ma resta muta pensando che le cose poi marcino da sole. Beh, Restart cambia marcia.
Quella lanciata oggi è una vera chiamata alle “armi”, metafisiche s'intende, ma quando si parla di disoccupazione e lavoro le parole e gli scenari fanno più male di lame di coltello nella pancia. E' un coro. «La città ci dica se questa proposta va bene oppure no e dia un'alternativa – dice Franco Gaspari, presidente di Restart Srl - Perché criticare e basta è troppo semplice mentre ci sono 40 imprese che rischiano il proprio danaro e la propria faccia e invece si attende da 2 anni che venga approvato il piano di bonifica.
E, una volta per tutte, faremo una bonifica integrale di tutta l'area secondo chiare norme di legge, valida per tutte le necessità (verde o edilizia, ndr).
Tre anni che vogliono dire lavoro per disoccupati che potranno formarsi per ricoprire ruoli utili nel processo di bonifica con i corsi di formazione che la Provincia metterà in campo. Vogliamo un paese normale, non ci si può sempre rispondere che la situazione dipende da un periodo elettorale. In Italia un mese si e l'altro pure c'è un'elezione». «Dobbiamo prendere atto – aggiunge Vincenzo Marini Marini – che sui giornali appaiono solo critiche negative al progetto e seppure molte siano in malafede noi ne teniamo comunque conto.
Quindi come la Fondazione Carisap è entrata in Restart per responsabilità sociale (creare un polo scientifico e tecnologico, l'iniziativa portata avanti da 40 imprese locali, la migliore gestione del processo di bonifica per la qualità della vita futura degli ascolani), allo stesso modo e sempre per responsabilità sociale, in attesa di posizioni e opinioni a favore di questo progetto da parte di tutta la comunità, sospende la propria attiva partecipazione in attesa che vengano adottate strade concrete».
«Siamo stanchi di sentire un clima di sfiducia verso le nostre imprese – dice Bruno Bucciarelli – Se non vogliono farci lavorare qui faremo le valigie e andremo all'estero, poi che lo raccontino ai disoccupati». «Fainplast – spiega Battista Faraotti – ha raccolto l'invito di Restart, che in molti avevano declinato, e ha partecipato a questo progetto perché è sempre stata attenta al territorio.
C'è la voglia di essere ricordati per aver fatto qualcosa di buono per la propria città. Eppure all'inizio di questo progetto qualcuno che oggi è il principale critico ci ha incoraggiati. E' un esponente di spicco del Pd che ci ha accompagnato in Regione e condivideva il progetto.
Ma quello che era buono allora oggi non è più buono. E' un problema suo. Agostini non ci spaventa. Facciamo si che il territorio sappia che non stanno cosi le cose.
Ci sono politici che vanno a Roma a fare la fila per cercare fondi per il territorio, questo (Agostini, ndr) fa la fila per ostacolare, come quando è andato da Realacci (Ministero Ambiente). I progetti vanno lenti – aggiunge Faraotti – la politica non ci aiuta, c'è chi rema contro e chi non parla.
Le imprese vengono anche derise sui giornali. Se questo progetto non ce lo lasciano fare trarremo le conseguenze».
Fine prima parte. In attesa della seconda vi consigliamo una lettura ristoratrice
http://www.letturegiovani.it/Fedro/LupoAgnello.htm
Lo stato dell'arte di Ascoli21