Confcommercio: al palo i consumi delle famiglie

Confcommercio: al palo i consumi delle famiglie

 Dall’analisi emerge che mentre Germania,Regno Unito e Francia mostrano segni di lieve ripresa economica,l’Italia e la Spagna rimangono in recessione.
Il commercio mondiale,secondo l’OCSE mantiene una significativa flessione con una crescita del 3,6 per cento per il 2013 stimata per il 2014 al 5,8 per cento.
La nostra quota di esportazioni ha subito negli anni un continuo processo di erosione e le prospettive di cambio euro-dollaro non risultano favorevoli.
Sul versante dei consumi,prosegue la nota,una ricerca di NIELSEN indica che nei primi sette mesi del 2013 è continuata in Italia una significativa flessione dei consumi delle famiglie: l’inflazione è comunque sotto controllo  ed è al di sotto del 2 per cento.
Nel biennio 2012 – 2013 la perdita cumulata dei consumi delle famiglie è di oltre 6,5 punti percentuali.
Tra il 1992 ed il 2012 la parte dei consumi che le famiglie destinano a beni e servizi obbligati,cioè la  spesa teorica attribuita  alle famiglie che vivono in case di proprietà è costantemente aumentata,passando dal 32,3 per cento del 1992 al 40,5 per cento del 2012.
Significativa la riduzione effettuata dalle famiglie per quella parte della spesa che attiene all’acquisto di beni commercializzabili che è passata dal 51,4 per cento del 1992 al 39,8 per cento del 2012, una contrazione dei consumi che è la più grave nella storia della repubblica.
Dai grafici presentati dall’ufficio studi di Confcommercio,risulta chiaro che la quota di consumi che le famiglie italiane destinano alla casa è  passata in venti anni dal 17,1 per cento al 23,7 per  cento.
Nel 1992,infatti,la spesa procapite per l’abitazione era pari – riferita all’euro –a 1432 euro l’anno,nel 2013 è arrivata a 3812 euro.
Per la sanità nel 1992 i costi procapite ammontavano a 201 euro, che nel 2013 sono divenuti 443 euro.
Per i beni alimentari nel 1992 si spendevano annualmente 1630 euro ora siamo arrivati a spenderne 2454. Per i servizi nel 1992 il costo era di 1361 euro nel 2013 è di 3188 – e non sono certo migliorati –
La contrazione della spesa delle famiglie non ha riguardato solo gli alimentari e le bevande ma si è estesa all’abbigliamento,le calzature,i mobili,gli elettrodomestici  e l’acquisto di auto.
Secondo Confcommercio nel 2013 l’esborso procapite per le “spese obbligate” sarà di oltre 6500 euro a fronte dei 2700 euro che si spendevano nel 1992.
Posto uguale a 100 il totale delle spese insopprimibili, la quota più consistente è destinata all’abitazione per il 58,5 per cento,ai trasporti alle assicurazioni ed ai carburanti per 24,5 per cento, il sette per cento alla sanità ed al 10 per cento alla spesa per servizi finanziari e di protezione sociale.
Il Presidente di Confcommercio ha dichiarato che il Paese, in queste condizioni, non potrebbe tollerare un ulteriore aumento dell’IVA.              

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