“Entro lo scorso lunedì 1 Luglio – precisa il direttore Giorgio Fiori – ne andava data comunicazione ai Comuni per partire con i saldi il 6 Luglio, essendo necessario per legge appunto il preavviso di cinque giorni”. In proposito lo stesso Fiori ricorda che “i saldi estivi non possono protrarsi per più di 8 settimane, che devono concludersi il 1° Settembre e che le merci in saldo devono essere esposte con l’indicazione del prezzo praticato prima dei saldi e con quello nuovo, specificando anche lo sconto o il ribasso effettuato espresso in percentuale”. “Le previsioni di vendita – secondo il direttore Confcommercio – non sono certamente ottimistiche in quanto la situazione dei consumi in generale, ma in particolare per abbigliamento e calzature, permane difficile ed è stata quest’anno ulteriormente aggravata dall’instabilità del tempo con una maledetta primavera mai così fredda dal 1991 che ha riconfermato, la fine delle mezze stagioni frenando ancor di più gli stimoli dei consumatori a cambiare il guardaroba”. “Pur dunque se bisogna sempre sperare per il meglio è impensabile che i negozi possano recuperare margini con le venite di fine stagione ed anche se sicuramente ci saranno movimenti, almeno per le prime settimane stante l’ampia scelta di capi e taglie, non vedremo più come un tempo acquirenti di prima mattina davanti ai negozi di abbigliamento più prestigiosi per conquistarsi una griffe a prezzo d’affare. E questo anche perché i saldi non fanno più notizia perché in tanti hanno praticamente da giorni iniziato a proporre sconti e ribassi in “sordina” per la clientela abituale e soprattutto perché oggi si compra in saldo tutto l’anno, con formule più disparate e neanche poi tanto nascoste per favorire a tutti i costi le vendite, come si è ben visto durante questo periodo antecedente ai saldi nel quale, pur essendo vietate le vendite promozionali, alcune attività senza scrupoli hanno pubblicizzato sconti e ribassi in vetrina, confidando probabilmente anche nell’assenza di controlli e sanzioni”.