E’ il caso di alcuni lavoratori, (di cui alleghiamo una loro lettera) in sostegno dei quali il Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno si espresse oltre due anni orsono, quando nonostante due sentenze a loro favore della Magistratura del lavoro, l’azienda si ostinava a tenerli, con lo stipendio, fuori dai cancelli della fabbrica.
Ma dopo il ritorno in azienda il loro calvario non è mai cessato, infatti, sbattuti in cassa integrazione qualche mese orsono, mentre l’azienda con oltre 500 dipendenti all’attivo continua a crescere ed assumere soprattutto con contratti atipici, saranno anche “umiliati” da un corso di formazione messo in piedi per loro, allo scopo di coprire questa vera e propria vergogna!
Proprio la gravità della crisi e la presenza di tanta disperazione non giustifica atteggiamenti di questo tipo.
Noi chiediamo giustizia e rispetto per il lavoro, per chi un lavoro ce l’ha, per chi lo difende, per chi lo cerca: senza di ciò la civiltà si spegne e le comunità “saltano”. Per questo ci facciamo interpreti nuovamente del loro grido di dolore.