Ha però promesso ai sudditi di Sua Maestà di negoziare un nuovo accordo con Bruxelles prima di indire un referendum entro fine 2017.
Il discorso di Cameron sull’Europa era stato prima annunciato, poi rinviato quindi riannunciato ed ora ha prodotto un piccolo terremoto tra i leader europei.
Cameron è ora considerato come il primo ministro al centro di una svolta epocale se il Regno Unito avrà un futuro migliore come patria del commercio globale fuori della UE.
E’ da considerare che le tendenze economiche mondiali sul lungo periodo stanno affossando l’Europa mentre le altre regioni del mondo – India e Cina in primis – crescono in fretta.
Due anni fa a Westminster dicevano che un referendum sull’adesione non ci sarebbe mai stato.
La decisione di rimettere l’adesione alla UE nelle mani del popolo “è molto rischiosa ma anche coraggiosa" scrive il direttore della sezione politica del Sun Tom Newton Dunn secondo cui la scelta equivale – continua il direttore – a “puntare una pistola carica alla testa dei leader Ue e dire :date al Regno Unito ciò che vuole o ce ne andiamo”.
James Kirkup del Daily Telegraph, è convinto che il discorso di Cameron abbia spostato l’analisi del progetto europeo verso i principi economici e di libero scambio, cosa che potrebbe far piacere ai Paesi Bassi, alla Svezia ed alla Finlandia. Tuttavia altri non reagiranno bene a quello che è considerato come un tentativo di ricatto operato da un leader troppo debole, per resistere allo spirito del suo stesso partito.
Cameron otterrà la rinegoziazione soltanto se gli altri paesi Ue lo consentiranno,per questo motivo è importante il modo in cui il resto dell’Unione, la Germania soprattutto,reagirà al suo discorso.
Questo aspetto potrebbe addirittura determinare il destino di Cameron. Maggiori saranno i risultati che otterrà nel negoziato e più riuscirà a convincere gli esponenti del suo partito ed i cittadini a schierarsi per il “si” all’adesione.