Sanità, no ai tagli sul personale precario

Sanità, no ai tagli sul personale precario

Parla il Segretario Generale Regionale FP CGIL Marche

Gli operatori precari del Servizio sanitario regionale sono uomini e donne che garantiscono concretamente l’esigibilità di un diritto di cittadinanza e assicurando servizi sanitari e sociali indispensabili.

La “questione precari” rappresenta una vera e propria emergenza sociale sia per le persone che si trovano nella condizione di incertezza ed instabilità, sia per i servizi sanitari e sociali che vengono assicurati ai cittadini con l’apporto fondamentale dei lavoratori precari.

Per questo è oggi indispensabile non interrompere i rapporti di lavoro dei tanti operatori con contratto a tempo determinato e dei soci-lavoratori delle cooperative sociali presenti nel nostro sistema sanitario regionale.

Per quanto concerne i soli tempi determinati (incarichi di carattere straordinario ed incarichi su posto vacante) parliamo nella sola ASUR di n° 543 operatori fra “infermieri” ed “operatori socio sanitari”, dei quali :

  • n° 94 nell’Area Vasta 1 di Pesaro,

  • n° 240 nell’Area Vasta 2 di Ancona,

  • n° 42 nell’Area Vasta 3 di Macerata,

  • n° 45 nell’Area Vasta 4 di Fermo

  • n° 122 nell’Area Vasta n° 5 Ascoli Piceno.

La FP CGIL chiede che vengano immediatamente avviati i confronti con le RSU e le organizzazioni sindacali nelle singole Aree Vaste e nelle Aziende Ospedaliere per affrontare complessivamente la condizione di questi lavoratori al fine di trovare soluzioni alle diverse situazioni anche per quei casi non contemplati dalla recente Legge di Stabilità che consente di prorogare i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato che superano il limite dei trentasei mesi (comprensivi di proroghe e rinnovi).

La possibilità prevista nella legge di stabilità per la Funzione Pubblica CGIL rappresenta, infatti, una risposta parziale ed insufficiente al problema del precariato aggravata dal fatto che l’accordo sottoscritto il 28 dicembre scorso con l’assessore Mezzolani (per dare attuazione a quanto previsto dalla legge di stabilità) ha incontrato l’interpretazione più restrittiva e l’applicazione più limitativa da parte della Direzione Generale dell’ASUR che non perde occasione per intervenire solo ed esclusivamente sul taglio della spesa del personale. Va ricordato che il sistema sanitario regionale delle Marche non ha visto la sostituzione negli ultimi due anni di n° 1.137 operatori cessati dal servizio e non sostituiti causa le limitazioni del turn-over.

Altrettanto urgente è la condizione degli operatori delle cooperative sociali che operano in servizi fondamentali nell’area delle “fragilità sociali” (disabilità, dipendenze patologiche, anziani non autosufficienti, ecc.). Non è accettabile alcun “taglio” della spesa negli appalti per l’affidamento alle cooperative dei servizi che produrrebbe ricadute sul piano occupazionale e ricadute drammatiche sul piano delle prestazioni ai soggetti più deboli.