Pesaro e Urbino, perse 522 imprese in 4 anni

Pesaro e Urbino, perse 522 imprese in 4 anni

A chiudere non sono solo i grandi

 Ma a fronte di una grande impresa che chiude, e che trova grande spazio sulle cronache dei giornali, altre centinaia di piccole e medie realtà del settore delle costruzioni stanno morendo nel silenzio generale.
La denuncia arriva da CNA Costruzioni che fornisce un quadro di dati provinciali a dir poco sconfortanti. Secondo i numeri elaborati dal Centro Studi CNA e dall’Osservatorio Trend Marche, in provincia di Pesaro e Urbino dal 2009 ad oggi hanno chiuso ben 522 imprese. Il totale oggi ammonta infatti a poco più di 6mila imprese (6.165), ovvero l’8,2% in meno rispetto al 2009. “Un dato - commenta Fausto Baldarelli, responsabile provinciale di CNA costruzioni - che già da solo basterebbe a dare l’esatta dimensione della crisi che investe tutto il settore dell’edilizia e delle costruzioni nel nostro territorio”.
Per la specificità del settore delle costruzioni in provincia di Pesaro e Urbino (il 53,9% è il peso percentuale delle imprese dell’edilizia sul totale delle attività secondarie), e per l’importanza che esso occupa nel quadro generale dell’economia provinciale, è chiaro che questo stato di prolungata sofferenza (il tasso di crescita è passato in pochi anni dall’1,96% al – 0,07%), determinata da più fattori, ha finito per creare una serie di pesanti ripercussioni anche in tutto l’indotto. “Ne stanno traendo effetti negativi tutte le imprese dell’impiantistica (elettricisti, idraulici, caldaisti, antennisti, etc.), quelle della serramentistica (vetrai, serramentisti), quelle degli arredi solo per citare qualche esempio. Secondo l’analisi della CNA è una crisi che colpisce indistintamente i grandi quanto i piccoli. Ma la particolare demografia del settore delle costruzioni in provincia di Pesaro e Urbino (19,3% società di capitali; 19,9% di persone; 65,6% ditte individuali), indica che gran parte delle imprese del comparto è formato da ditte di piccole o piccolissime dimensioni (magari con uno-due addetti) che, nonostante la ridotta consistenza e la flessibilità, non riescono a reggere la difficoltà del momento. Difficoltà che non sono dettate solo da una crisi del mercato ma anche da un peso della tassazione incredibile. “Un fattore - dice Fausto Baldarelli - che ha favorito in maniera abnorme il fenomeno del lavoro nero, dell’abusivismo ed in qualche caso del doppio lavoro (dipendenti privati o pubblici che nel tempo libero arrotondano con piccoli lavori di tinteggiatura e/o muratura).
Ma la cosa più grave, secondo CNA costruzioni, rimane l’assoluta paralisi del settore con imprese che non sanno come andare avanti rispetto alla pressochè totale paralisi del mercato immobiliare. Le uniche che resistono sono le imprese specializzate nel settore delle ristrutturazioni e quelle che stanno facendo interventi di ampliamento relative al Piano casa.
“A fronte dei recenti provvedimenti del Governo rispetto al parziale sblocco del Patto di stabilità, e agli interventi della Regione Marche rispetto al Patto di stabilità verticale chiediamo - dice Baldarelli - che si sblocchino gli appalti pubblici e che si vada verso una ripresa delle opere pubbliche. Invitiamo per questo le amministrazioni locali a dare seguito anche ad una serie di piccoli interventi (al di sotto del milione di euro), affidandoli ad imprese del territorio. Potrebbe essere un primo segnale positivo nei confronti di un settore che ha sempre offerto benessere e ricchezza a questa provincia e che ora chiede più attenzione e interventi”.

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