L’inizio di questa presidenza inaugurerà “sei mesi di intensa attività” e ci si sforzerà di realizzare un salto qualitativo nell’integrazione europea. L’Irlanda ha già annunciato che vuole “promuovere la crescita e l’occupazione” ma altri fronti importanti si aprono. Sul tavolo della Commissione la Ue ha proposto un bilancio da mille miliardi di euro per sette anni ma il Regno Unito minaccia di lasciare l’Unione se non vi saranno forti riduzioni delle dotazioni. Risolutivo sarà l’appuntamento del 7 ed 8 febbraio quando i leader si riuniranno per risolvere la questione dopo il fallimento del summit di dicembre.
Altro banco di prova è la preparazione verso la vigilanza unica affidata alla Banca centrale europea su 200 banche europee e la proposta di direttiva dovrà essere approvata entro giugno. Nel 2013 i Paesi europei dovranno portare avanti gli impegni presi al summit del 28 e 29 giugno 2012 per creare occupazione e crescita.
Tra le misure previste figurano nuovi investimenti pubblici, il rafforzamento del mercato unico, la realizzazione di reti digitali e di trasporto, il sostegno alla ricerca e la liberalizzazione del tessuto normativo.
Tra gli obiettivi principali della presidenza irlandese ci sarà quello di guidare la legislazione attraverso i consigli ministeriali , in particolare la riforma della politica agricola comune.
L’Italia insieme alla Francia e ad alcuni Paesi dell’Est difendono i fondi agricoli, ma secondo i bene informati, gli stanziamenti comunitari dovranno essere ridotti a favore di altre voci che hanno un effetto moltiplicatore per l’economia come le nuove tecnologie.