Uno specchio crudo che mette in risalto le differenze delle situazioni fallimentari tra l'anno 2011 (54 fallimenti) e il 2012 (fino al 30 novembre) con 48 procedure. Numeri che sembrerebbero in contraddizione se non si tenesse conto dei concordati preventivi presentati dalle imprese presso la segreteria del Giudice fallimentare.
Nel 2011 ne arrivarono solo 5 mentre fino al 30 novembre di quest'anno le richieste di concordato sono 24 (aumento dovuto anche a mutamenti legislativi). Un incremento che indica una dinamica drammatica per il Piceno. Non si sa ancora quante di queste procedure prefallimentari verranno accolte e quante invece diventeranno fallimenti.
Altro dato allarmante è quello delle esecuzioni immobiliari che hanno subito una forte impennata (nel 2011 ne erano sopravvenuti 232 e nel 2012 fino al 15 dicembre altri 217, nel complesso sono 449). E il settore bancario mantiene un'attività di attesa: sembrano rallentate le azioni di recupero nel timore di alimentare la moria di imprese.
L'Ordine dei Commercialisti vuole essere strumento utile a ripartire.
«Il periodo di crisi che attanaglia il Piceno ha necessità di strategie coese. Occorre una squadra che prenda in mano la sfida per rilanciare lo sviluppo – dice il presidente Mariano Cesari – I commercialisti vogliono essere parte attiva in questa partita cruciale per la nostra economia. Siamo tutti i giorni a fianco delle imprese, delle persone. Conosciamo in profondità gli elementi che disegnano questa situazione: ben più problematica di quella post bellica. Alle Istituzioni, alle associazioni datoriali e di categoria siamo convinti di poter dare un contributo “pesato”, un'analisi realistica dalla quale trarre proposte per invertire la rotta. Vogliamo essere un braccio, allenato da sempre a trovare soluzioni economico-finanziarie, che il Piceno possa utilizzare per creare nuove progettualità».
«Non siamo semplicemente quelli che cercano di non far pagare le tasse – aggiunge il vice presidente Carlo Cantalamessa – Un'immagine che ci è stata calata addosso con molta superficialità. Senza valutare che se c'è un imprenditore di valore che accresce la sua impresa creando occupazione e nuova economia, a suo fianco c'è un professionista, un commercialista, che consiglia il suo spunto imprenditoriale, codifica le idee innovative ancorandole a sostenibilità economica per navigare in un mare irto di problematiche giuridiche e procedurali. E se si volesse abusare di un concetto come quello del medico al capezzale di un paziente (un'immagine negativa), si può però contrapporre quella dello stesso medico che sa plasmare le performances di un atleta grazie alla sua conoscenza profonda dell'anatomia e della fisiologia del corpo umano».
L'Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili rappresenta una risorsa cruciale se si analizza l'analisi della situazione che riferisce il Giudice delegato ai Fallimenti Raffaele Agostini. «Oltre ai fattori di crisi mondiali – dice il giudice Agostini – le imprese falliscono per imprenditori improvvisati che non hanno idea della vera portata di un'azienda e quindi non sono in grado di intraprendere. In più a legislazione è ondivaga, silenziosa per oltre 60 anni, poi dal 2005 sono arrivati degli interventi normativi: una rivoluzione copernicana che ha generato confusione nel sistema. In ogni caso abbiamo numeri impressionanti e la situazione è difficile da gestire per il Tribunale di Ascoli Piceno. Un fallimento dovrebbe essere una procedura veloce invece può durare 5 o 6 anni perché l'ufficio è strapieno».
La composizione del nuovo Consiglio dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili:Presidente Mariano Cesari, vice-presidente Carlo Cantalamessa. Consiglieri: Matteo Acciarri, Tonino Napoletani, Dario Corradetti, Debora Cozza, Mario Grannò, Massimiliano Pulcini e Bruna Tassoni.