Crisi: Italia e Spagna sotto attacco

Crisi: Italia e Spagna sotto attacco

L'acquisto di titoli di Stato da parte dei nostri istituti di credito è cresciuto del 163 per cento

Nonostante l’Eurogruppo avesse dato il via agli aiuti fino a 100 miliardi di euro per le banche spagnole,lo spread  del titolo spagnolo con il Bund tedesco è schizzato ad oltre 600 punti, rendendo insostenibili i costi dei finanziamenti.
Trenta miliardi di euro serviranno per le banche iberiche ora al collasso finanziario.
Il tracollo delle banche spagnole è una vergogna di regime – riferisce il Jornal de Negocios di Lisbona -  in quanto banchieri e politici condividono le responsabilità del disastro del sistema bancario spagnolo “e hanno l’arroganza di trattare come ignoranti i cittadini che pagheranno i loro errori”.Il problema bancario spagnolo nasce dalla relazione incontrollata tra banche ed i poteri politici regionali – proprio venerdì scorso Valencia ha lanciato l’allarme  di non avere più fondi per pagare gli stipendi – La bolla immobiliare è stata l’inizio del tracollo. Al banchetto economico  hanno partecipato   tutti e ne hanno profittato le banche concedendo prestiti superiori al reale valore degli immobili,i costruttori con le vendite, le agenzie immobiliari come tramite, lo stato con le tasse.
E’ da oltre due anni che la bolla immobiliare ed i suoi effetti sono perfettamente visibili. Il precedente governo Zapatero si è limitato a negare il problema,mentre quello attuale di Mariano Rajoy lo ha messo sotto controllo in maniera drastica.Ora la Spagna presta alle banche miliardi di euro che diventeranno debito pubblico.Una delle grandi conseguenze della crisi spagnola potrebbe essere il passaggio accelerato ad una unione bancaria europea .
Ed in Italia nonostante  i 255 miliardi di euro di finanziamenti ricevuti dalla Banca centrale europea le banche italiane hanno ridotto i prestiti alle famiglie ed alle imprese.
Tra il dicembre 2011 e maggio di quest’anno,secondo un rapporto della Cgia di Mestre,le famiglie italiane hanno subito una contrazione dei prestiti erogati dalle banche di 1,29 miliardi di euro mentre le imprese hanno subito una diminuzione dei prestiti di quasi 8 miliardi di euro.
La Cgia di Mestre ha cercato di capire che fine hanno fatto i  miliardi di euro che la Bce ha concesso ai nostri istituti di credito all’interesse dell’1 per cento. Ebbene le nostre banche-continua il rapporto- hanno preferito investire sul sicuro acquistando titoli di Stato in maniera massiccia e “ciò ha contribuito ad immettere una forte dose di liquidità salvando il Paese dalla bancarotta”.
Da quando è iniziata la crisi, cioè dal gennaio 2009 al maggio di quest’anno l’acquisto di titoli di Stato da parte dei nostri istituti di credito è cresciuto di ben più 163 per cento.    
Con le famiglie a secco, aumentano in maniera consistente, le cessioni del quinto dello stipendio o della pensione riservati però  a lavoratori dipendenti e pensionati.

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