L’esecutivo si è riunito oggi, alla presenza del presidente Gian Mario Spacca, per approfondire le conseguenze e le implicazioni del provvedimento nazionale che abbassa a 3,7 i posti letto per mille abitanti (di cui lo 0,7 per la riabilitazione e la lungodegenza). Un provvedimento che si aggiunge alle altre manovre introdotte e alle altre azioni di contenimento della spesa, operate dai precedenti governi, determinando un quadro “fosco e allarmante”. La situazione, secondo la Giunta regionale, “va affrontata e gestita in stretta sintonia con le amministrazioni locali, superando campanilismi e incomprensioni che non giovano alla salvaguardia del sistema sanitario e dei servizi territoriali ai cittadini fino a ora assicurati. La preoccupazione maggiore riguarda i paventati tagli lineari alla spesa, che potranno essere imposti dal Governo centrale per riequilibrare i conti, determinando conseguenze gravissime per la popolazione marchigiana in termini di programmazione sanitaria”. La Giunta ha ribadito che la strada da percorrere è quella dei “costi standard”, mentre a livello locale è necessario accelerare sulla riorganizzazione dei sistema socio sanitario per Area vasta, così come previsto dalla normativa di riordino regionale. L’obiettivo è quello di definire i piani di Area vasta entro il 20 luglio, con la prevista riduzione contenuta a 159 posti letto. Il traguardo va raggiunto “con la piena collaborazione dei territori. Non è più tempo di alzare barricate, occorre remare tutti nella stessa direzione, perché lo scenario nazionale non è rassicurante e particolarmente penalizzante anche per le Marche, unica Regione italiana ad avere i conti in equilibrio. Occorre, indubbiamente, riequilibrare la spesa pubblica, eliminare gli sprechi, riorganizzare i servizi. È quello che abbiamo intrapreso da tempo e consolidato con il processo di riforma in atto. Ora tutto viene rimesso in discussione dalla modalità dei tagli nazionali, per cui è necessario una risposta coesa e unitaria di tutti i territori, per continuare a essere i protagonisti dei processi di riforma sanitaria, usufruendo di servizi adeguati e localmente rispondenti alle esigenze della comunità”.