Una percentuale che vale alla provincia il terzo posto in regione nella classifica della puntualità. A dirlo è l'analisi di CRIBIS D&B, la società del gruppo CRIF specializzata nella business information, che ha realizzato lo Studio Pagamenti delle Marche relativo ai primi tre mesi 2012. Entrando nel dettaglio, a marzo 2012 il 50,8% delle imprese di Ascoli Piceno ha saldato puntualmente le fatture ai propri partner commerciali, mentre il 43,7% ha pagato entro un mese di ritardo. Il 3% ha saldato con un ritardo tra i 30 e i 60 giorni di ritardo, lo 1,8% tra i 60 e i 90 giorni, lo 0,4% tra i 90 e i 120 giorni, lo 0,4% oltre il limite dei 120 giorni. La perfomance di Ascoli Piceno è in linea con la media regionale (50,8% di imprese virtuose) ma superiore a quella nazionale (46,6%) e la colloca al terzo posto nella classifica della puntualità tra le province marchigiane, dopo Pesaro – Urbino (56,4%) e Fermo (52%). La seguono Macerata (50,4%) e Ancona (45,5%).
Anche a livello regionale, la ricerca di CRIBIS D&B evidenzia un miglioramento nelle tempistiche dei pagamenti: le imprese virtuose nel Marche sono passate dal 48,46% dello scorso anno al 50,8% attuale, una performance migliore del valore medio nazionale, pari al 46,6%. Il 44,5%% delle imprese marchigiane ha saldato le fatture entro un mese di ritardo, il 2,9% tra i 30/60 giorni di ritardo, l’1,1% dopo 60/90 giorni, lo 0,5% dopo 90/120. La percentuale di pagatori oltre i 120 giorni è pari allo 0,3%.
Grande il divario tra le imprese piccole e quelle di maggiori dimensioni: più sono grandi, peggio pagano. A livello regionale le micro imprese (fatturato inferiore a 2 milioni di euro e meno di 10 dipendenti) sono state puntali nel 54,6% dei casi; le piccole (meno di 10 milioni di euro e sotto i 50 dipendenti) nel 44%; le medie (fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e meno di 250 dipendenti) nel 28,8%; le grandi (fatturato superiore ai 50 milioni di euro e più di 250 dipendenti) solamente nel 13,3% dei casi.
Il settore che mostra le migliori performance di pagamento in regione è l’Agricoltura, foreste, caccia e pesca (65% di aziende puntuali), seguito dai Servizi vari (58,8%) e Trasporti e Distribuzione (52,8%). Al contrario, i settori più critici sono l’Edilizia (46,2%) e il Commercio al dettaglio (46,3%). “Le dinamiche che si riscontrano nelle Marche sono assimilabili a quelle nazionali, dove nel 2011 i comportamenti di pagamento mostrano un miglioramento rispetto al 2010. Questo però – mette in guardia Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS D&B – è un dato che va letto controluce per comprendere correttamente i fenomeni sottostanti, non tutti positivi. In parte il miglioramento è dovuto al fatto che il ritardo si è 'istituzionalizzato', cioè è stato incorporato nei termini di pagamento definiti contrattualmente. Da una survey qualitativa realizzata da CRIBIS D&B nel marzo 2012 su oltre 500 credit manager italiani risulta che oltre il 90% degli intervistati ha ricevuto richieste di aumento dei termini di pagamento e il 62% degli intervistati ha individuato in questo una delle maggiori problematiche che la sua azienda ha dovuto affrontare nell’ultimo anno. Ciò è grave, perché sarà difficile per il fornitore, una volta concessi termini di pagamento più lunghi, tornare a tempi più brevi in futuro.”
“Un secondo aspetto riguarda l’eterogeneità dei comportamenti: sono le micro realtà (le più numerose) ad emergere per una più alta concentrazione nella classe di pagamento puntuale, mentre per le imprese di grandi dimensioni solo il 13% dei casi analizzati riesce a rispettare gli accordi contrattuali. Situazione analoga a livello settoriale, dove a livello nazionale troviamo comparti merceologici come l’Agricoltura o i Servizi finanziari che evidenziano pagamenti nei termini in oltre il 52,5% dei casi, mentre nella Grande Distribuzione in meno del 22% dei casi.
Infine - fa notare Preti - a questi aspetti negativi va affiancato anche un elemento positivo, cioèla maggiore attenzione da parte delle imprese alla gestione dei tempi di pagamento, del credito commerciale e più in generale del Working Capital. Negli ultimi anni le aziende hanno investito molto in procedure e strumenti che consentano di intercettare i segnali di deterioramento dell’affidabilità di un’azienda, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione che potrà dare benefici anche dopo la fine della crisi".