Patto sociale europeo contro la crisi

Patto sociale europeo contro la crisi

Il presidente francese Sarkozy, all’indomani, aveva contestato i dodici scorgendovi tentazioni deregolatrici e liberiste. A distanza di otto giorni Dublino annunciava un referendum che si terrà giovedì 31 maggio per ratificare il Fiscal Compact ovvero il Trattato sulla stabilità dei bilanci pubblici. L’ago della bilancia in Europa che era per la Merkel e per Sarkozy  sul rigore assoluto si è spostato sulla crescita con la vittoria ,domenica 6 maggio, del candidato socialista Francois Hollande alle presidenziali francesi che ha rilanciato un cambiamento di rotta nella politica europea. Deciso e prudente Hollande ha spiegato ai suoi concittadini che il suo obiettivo è il risanamento delle finanze ed il rilancio della crescita a livello europeo.  Ha fatto promesse come l’aumento del salario minimo e delle assunzioni in alcuni settori pubblici come la scuola, annunciando anche una grande riforma fiscale per colpire i redditi più elevati e misure concrete per favorire l’occupazione giovanile. Il risultato delle elezioni in Francia costituisce comunque una svolta per l’Europa  in quanto dalla fine degli anni novanta la destra aveva prevalso largamente. Nel 1997 ben tredici Paesi su quindici che componevano la UE erano governati dalla sinistra, a distanza di quindici anni – 2012 – nell’Unione a 27 la sinistra è al potere in due soli Paesi, Cipro e Slovacchia mentre in Finlandia,Austria,Irlanda, Grecia, Belgio e Lussemburgo è imparentata con altre coalizioni. Ricordiamo ai lettori che nelle elezioni europee del giugno del 2009 la destra ed il centro-destra superarono la sinistra in ventuno Paesi. Il motore franco-tedesco che aveva trovato un equilibrio nella coppia Merkel-Sarkozy  ha smesso di funzionare. In Italia la vittoria di Hollande ha suscitato reazioni positive tra i partiti non solo del centro sinistra ma anche tra quelli del centro destra. Tra le ragioni che spiegano il sostegno che Hollande ha ricevuto non solamente in Italia ma anche in altri Paesi è la speranza che il nuovo inquilino dell’Eliseo rimetta al centro della politica europea la questione crescita. In proposito il governo Monti propone  misure di stampo liberista che devono essere adottate non solamente a livello nazionale ma europeo, come la creazione di un mercato unico dell’energia,completamento del mercato dei servizi,la ricerca,ma soprattutto la riduzione del peso degli adempimenti regolamentari UE per le piccole e medie imprese.
Ritornando ad Hollande, questi ha intenzione di rinegoziare il Fiscal Compact  e la stessa idea sta emergendo in Grecia ove gli elettori hanno distrutto il bipartitismo frammentando il centro e dato la preminenza agli estremi. Con almeno sette partiti in parlamento e nessuno con più del venti per cento dei voti,ad Atene, non c’è molto margine per formare una coalizione né da parte dei due partiti che si attengono all’intesa con l’Unione Europea né da parte dei rappresentanti del fronte del no.
A poche ore dalla consegna al governo ellenico di cinque miliardi di euro previsti dal salvataggio concordato con Unione Europea e Fondo monetario internazionale,il ministro delle finanze tedesco Schaeuble ha lanciato l’ultimatum ad Atene che deve  rispettare gli impegni presi con i creditori se intende rimanere nell’eurozona.

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