Questa l’immagine dell’Italia, secondo gli over 50, che emerge nel rapporto “La ricomposizione del noi”elaborato dal Censis in collaborazione con l’associazione 50&più e presentato presso il CNEL – Consiglio Nazionale Economia e Lavoro-da Elisa Manna,Responsabile del settore Politiche culturali del Censis e discussa da Gabriele Sampaolo,Segretario Generale di 50&più,Renato Borghi Presidente Nazionale 50&più e di Federazione Moda Italia e Giuseppe De Rita Presidente del Censis.
Gli over 50 hanno compreso pienamente la gravità della situazione sociale ed economica che stiamo attraversando ed approvano le soluzioni adottate anche impopolari. Il 38,6% degli intervistati vede il governo Monti come una soluzione transitoria per affrontare le difficoltà. Le misure di rigore vengono giudicate dal 50,2% assolutamente necessarie. Emerge però dal rapporto che gli over 50 non sono disposti ad altri sacrifici ed il 76,1% sostiene che ora bisogna puntare sulla patrimoniale.
Anche se negli ultimi tempi l’Europa ha imposto manovre dure, quasi nessuno pensa che l’uscita dall’euro sia una buona idea,anzi il 48,2% si dice favorevole alla costruzione di un governo europeo concepito come qualcosa per cui lavorare e, soprattutto, da promuovere. La valutazione positiva degli standard europei aumenta con il crescere dell’età ed è vista con particolare favore nei comuni dai 10 ai 30.000 abitanti. In un clima di grande incertezza, gli over 50 sembrano avere una sicurezza nella famiglia ed il 68,8% definisce i rapporti all’interno della compagine familiare come “pienamente soddisfacenti”sottolineando il grande affetto e rispetto che lega i componenti, è percezione diffusa il suo intatto valore.
Quanto ai partiti, la sfiducia nei loro confronti è elevata.Per l’81% essi “rappresentano solo se stessi o gruppi di potere” mentre il 71,4% li considera espressione di “grandi gruppi economici”. C’è comunque una speranza in quanto il 32,8% ritiene che il rilancio della politica potrà avvenire solamente attraverso “un profondo rinnovamento della forma partito”.
Nel rapporto si parla anche di immigrati. Se un immigrato si siede vicino a noi sull’autobus o in metropolitana, nel 54% dei casi non suscita emozioni particolari e solo poco più del 10% ammette di provare “fastidio”, quando però si chiede se si ritiene che la presenza degli immigrati possa provocare situazioni pericolose in Italia, il 76,5% risponde affermativamente. Nel nostro Paese i comportamenti razzisti possono diventare concreti perché possono attirare “teste matte”lo pensa il 40,1% degli intervistati.
”E pensare – riferisce nel suo intervento Elisa Manna – che quando abbiamo svolto la ricerca, il tragico e recente episodio svoltosi in Francia contro la scuola ebraica non era ancora avvenuto”.
Nel suo intervento Gabriele Sampaolo ha sottolineato il bisogno di relazione manifestato dagli intervistati, mentre il Presidente Borghi ha dichiarato, senza mezzi termini che “siamo l’unico Paese oltre la Grecia ove il welfare non esiste” ed ha aggiunto: “il liberismo sfrenato non giova”.
Il Presidente del CENSIS De Rita nel suo intervento conclusivo ha lamentato che “in Italia c’è un problema di sovranità .E’ un Paese ove il popolo vive in orizzontale mentre tutti i poteri vanno in verticale”.
In conclusione metà degli intervistati non rinuncia all’idea che la politica debba ora essere indirizzata da grandi idee rinnovatrici. Lo schock del risveglio ci porta alla consapevolezza che non esistono al momento ricette facili, ma che tutti insieme bisogna tornare a pensare che l’Italia, speriamo presto,tornerà “grande”.