In un momento in cui la raccolta arranca e le sofferenze crescono ulteriormente, il nostro sforzo diventa ancora più determinante. È il caso per esempio del recente accordo sulle nuove misure per le Pmi. La dimostrazione di un percorso comune con le imprese: le banche mettono a disposizione la loro forza e stabilità, si assumono il peso di rinunciare a pagamenti importanti alla luce di un ciclo sfavorevole”.
Lo ha detto il Presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, intervenendo oggi alla tavola rotonda “Le Banche italiane per il Paese”, nel corso della terza tappa ad Ancona – dopo Cuneo e Vicenza – del Road Show Italia 2011-2012. Iniziativa avviata dall’Associazione bancaria Italiana con l’obiettivo di raggiungere i territori e rendere ancora più concreto ed evidente quanto le banche fanno per la comunità, soprattutto nella difficile fase congiunturale che il Paese sta attraversando.
“Le banche – ha proseguito Mussari – hanno urgente bisogno di recuperare e accrescere redditività per sostenere ancora meglio famiglie e imprese. In questo senso hanno bisogno di agire con la giusta operatività. Di qui l’apprezzamento per il provvedimento approvato dal Governo, che risolve i rilevanti problemi derivanti dalla formulazione dell’art 27 bis del Dl Liberalizzazioni. Viene così superato il rischio di un impatto negativo proprio sull’accesso al credito, che avrebbe provocato effetti nocivi per i clienti. Confermiamo peraltro grande impegno e collaborazione alle attività di monitoraggio previste dal decreto”.
Per quanto riguarda l’azione portata avanti dal Governo per il Paese, Mussari ha ribadito che: “Non si poteva più indugiare sui ritardi accumulati sul fronte della crescita con gravi conseguenze in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese. Abbiamo un punto di ripartenza fondamentale: l’Italia è un grande Paese, il suo debito pubblico, pur ingente, si fonda su basi solide, e la sua sostenibilità non può essere messa in dubbio. Ci sono tutte le qualità necessarie per ricominciare a crescere, tuttavia il nostro Paese non può risolvere tutto da solo. È del tutto evidente che gli sforzi nazionali non bastano se non inseriti in una quadro europeo più solido. Occorre che l’Europa faccia la sua parte, noi abbiamo fatto tutti i compiti a casa”.
È un imperativo comune che tutti gli attori politici, economici e sociali realizzino con coraggio sforzi nel segno della discontinuità. Anche il dialogo sul tema del lavoro ha dimostrato che vanno ricercate soluzioni largamente condivise. Ed è proprio sul tema delle regole che bisogna agire per non rendere ancora più difficili gli sforzi per contribuire allo sviluppo. La riforma del mercato del lavoro “è fondamentale per attirare investimenti. I tempi sono cambiati, bisogna seguire altri modelli come già succede in Germania ed in Europa”.