Gli italiani disaffezionati all'Europa

Gli italiani disaffezionati all'Europa

Il 34 per cento del campione, intervistato nel nostro Paese,  dice esplicitamente che la UE non sta adottando le giuste misure per far  fronte alle nuove sfide globali. Lo rivela l’Eurobarometro Standard 76, il sondaggio più importante condotto a livello europeo sulle opinioni dei cittadini, presentato a Roma presso  la sede della Commissione Europea  e discusso da due illustri esperti, Renato Mannheimer Presidente dell’ISPO e Gian Maria Fava Presidente dell’EURISPES. I sondaggi sono stati condotti su scala europea per conto della Commissione ed ha coinvolto cittadini di tutti i 27 stati – 1031 gli italiani - e dei Paesi candidati all’adesione:Croazia,Turchia, Islanda, Montenegro ed ex Repubblica Iugoslava di Macedonia.

Il  dato italiano sulla disaffezione all’Europa è in controtendenza rispetto alla media europea in quanto il 38 per cento degli europei è convinto che l’Europa sia sulla strada giusta mentre gli scettici sono il 31 per cento del campione. I critici sulla strategie UE si concentrano nei paesi più colpiti dal peggioramento della situazione economica, in particolare in Spagna con il 46 per cento dei pareri negativi, Grecia con 42 per cento,Belgio al 35 per cento e Portogallo al 33.
Il 72 per cento degli intervistati italiani ritiene che per uscire dalla crisi l’Europa dovrebbe concentrarsi sulla modernizzazione del mercato del lavoro con l’obiettivo di aumentare l’occupazione. L’obiettivo europeo di garantire un lavoro a tre quarti della popolazione entro il 2020, è ritenuto possibile e corretto dal 72 per cento degli italiani mentre il 13 per cento lo considera troppo ambizioso. Il rapporto affronta anche il tema della lotta alla povertà. La crisi economica si fa sentire in modo accentuato nel nostro Paese. La maggioranza degli italiani dichiara di avere problemi a pagare le bollette. Il 46 per cento dice di dover far fronte a difficoltà economiche , un preoccupante 11 per cento è costantemente con l’acqua alla gola mentre un 39 per cento non segnala alcun problema. A livello europeo, invece, il 57 per cento degli intervistati dice di non aver mai problemi. 
“Abbiamo smesso di essere un Paese europeo – ha commentato Mannheimer nel suo intervento – siamo stati europeisti ma da quando l’Unione  ci ha chiesto di essere rigorosi abbiamo cominciato ad essere pessimisti,un crollo di fiducia specialmente da quando “alcuni paesi”ci hanno chiesto comportamenti troppo severi. Metà della popolazione italiana – ha continuato il presidente dell’ISPO – fa fatica ad arrivare alla fine del mese ed è questa parte che accoglie meno bene le misure di rigore”.Il Prof.Fava, a sua volta, ha evidenziato come “molti giovani disoccupati non vanno più negli uffici di collocamento perché sanno che lì non troveranno mai lavoro e che gli stipendi italiani sono i più bassi d’Europa”. Altro dato emerso dalla ricerca di Eurobarometro è che il 20 per cento degli italiani non cerca attivamente informazioni sulla politica europea, un tasso elevatissimo in quanto la media europea si ferma al 10 per cento.Un dato confortante c’è in questa ricerca:la televisione conserva tra italiani ed europei una posizione predominante dei mezzi di comunicazione di massa. L’83 per cento del campione italiano e l’ 86 di quello europeo dichiara di vedere ogni giorno la televisione. In Italia è più seguita nei piccoli centri piuttosto che nelle città,dalle donne più che dagli uomini, mentre la radio è molto meno popolare. Solamente un terzo degli intervistati italiani la ascolta quotidianamente,mentre in Europa oltre la metà degli intervistati la accende più di una volta al giorno. In  calo esponenziale anche  i lettori dei giornali mentre Internet è in continuo aumento con piattaforme come Facebook e Twitter, che assumono un ruolo di rilievo nell’attirare i cittadini alla vita politica, in quanto aumentano la partecipazione attiva al dibattito pubblico.

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