Il fenomeno, presente anche nella nostra provincia soprattutto in quei settori dove più abbondano le forme atipiche di lavoro, è difficilmente quantificabile perchè completamente sommerso e quindi più difficile da contrastare anche per il timore dei lavoratori di perdere il posto a seguito della denuncia.
Durante l'incontro la delegazione, composta dalle rappresentanti dei Coordinamenti Donne di CGIL CISL UIL, dei comitati locali “Se non ora quando” di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e dalla consigliera supplente di parità per la Provincia di Ascoli Piceno, ha consegnato al Prefetto una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato, al Ministro del Lavoro e a tutte le Parlamentari
Nella lettera si ribadisce l'urgenza di ripristinare la procedura, prevista dalla legge 188 del 2007, abrogata poi nel giugno 2008 dal Governo Berlusconi, in base alla quale si impediva che ai lavoratori, soprattutto donne, venisse fatta firmare, spesso imposta al momento dell'assunzione, una lettera di finte dimissioni volontarie da utilizzare da parte del datore di lavoro successivamente a seguito magari di un infortunio, una lunga malattia, una matrimonio o una gravidanza.
Le dimissioni in bianco rappresentano una pratica vergognosa, non degna di un paese civile utilizzata non solo nei confronti delle lavoratrici ma anche del lavoratori.
La cancellazione della legge 188 fa si che oggi non ci sia uno strumento di contrasto efficace e preventivo dell'abuso e per questo se ne richiede il ripristino per trovare una soluzione semplice, priva di costi e veloce che tuteli il valore del lavoro, la dignità e i diritti delle persone e delle imprese che rispettano le regole.