Il business plan, dalla Camera di Commercio un aiuto alle imprese

Il business plan, dalla Camera di Commercio un aiuto alle imprese

Uno strumento per un confronto proficuo tra imprenditori e artigiani con il sistema creditizio

 Si tratta del volume voluto dalla Camera di Commercio di Ascoli Piceno e dal suo presidente Adriano Federici, che lo ha definito una sorta di “Bignami” economico, che sarà a disposizione da oggi in poi di piccole imprese, associazioni di categoria, commercialisti e istituti di credito.
Innanzitutto di cosa parliamo? Il business plan altri non è che la fotografia dello stato di un'azienda e dell'attività che nel giro di un anno si appresta a fare: è un piano economico che rende l'impresa più trasparente. Rende più chiare le sue linee di crescita attese verso il mercato.
E' quindi uno strumento che facilita la valutazione da  parte di un istituto di credito nel momento di deliberare una richiesta di affidamento.
E' dunque un facilitatore di dialogo  tra banche e imprenditori. Non sono tutte rose e fiori. Di fatto c'è una restrizione del credito verso le imprese, ma un business plan ben redatto potrebbe superare i piccoli dubbi  sollevati dal rating. A questo volumetto si è dato un indirizzo preciso: la semplicità grafica e di contenuto.
Un traduttore dell'impresa verso lo sviluppo con il passaggio per la stazione cruciale del credito bancario. E perché funzionasse al meglio si è scelto di farlo scrivere a quattro mani: quelle del presidente dei commercialisti Massimiliano Castagna, di Alessandra Lisciani, direttrice del Monte dei Paschi in rappresentanza delle banche, di Gianluca Gregori, preside della Facoltà di Economia dell'università Politecnica delle Marche, con il coordinamento del centro studi della camera di Commercio. Dentro c'è quello che serve.
La stessa presentazione de “Il business plan” è servita per porre sul tavolo una dinamica del fare: ci sono 381 giovani che si sono iscritti alla Scuola d'impresa voluta dall'ICI (Istituto della cultura d'impresa) della Camera di Commercio dopo che , come racconta il suo presidente Luciano Albertini.
Nata circa un anno e tre mesi fa, l'ICI ha portato nelle scuole superiori (2.300 gli studenti interessati) lo stimolo a fare impresa. Una parafrasi dell'attuale dibattito nazionale che, presidente del Consiglio Mario Monti in testa, sembra affrontare una crociata contro il simulacro del posto fisso.
Anche da Bruno Bucciarelli, attuale presidente di Confindustria, il plauso verso la pubblicazione della Camera di Commercio e il ricordo che l'attenzione verso la cultura d'impresa era stato circa ventanni fa il cavallo di battaglia di Sante Castelletti, past presidente di Confindustria.
E nel corso della presentazione de “Il business plan”  Giancarlo Gabrielli, presidente dell'omonimo gruppo imprenditoriale, ha tenuto a marcare questa nuova visione, così come ha voluto disinnescare una “bomba” ad orologeria come quella dell'articolo 18 del contratto dei lavoratori.  Per Gabrielli le imprese non stanno col fucile puntato per avere licenziamenti facili quando possono contare su collaboratori affidabili: le imprese investono sulle risorse umane.
Una visione probabilmente giusta che però paga il fio a causa di alcuni imprenditori che invece si comportano male scordando quel grande dibattito che è altrettanto attuale sull'etica dell'impresa.
E' a questo punto che una visione orientale della crisi potrebbe consegnare al buon senso condito da solidarietà un percorso virtuoso per superare certi scogli.
Dalla presentazione de “Il business plan” emerge il plauso del mondo dell'artigianato con Gino Sabatini, presidente della Cna, che vede in questo strumento un'arma in più per gli artigiani che potrà funzionare se però l'atteggiamento del sistema del credito in questo frangente così critico per il Piceno cambierà e sarà vicino al mondo del lavoro. Un “testimone” che viene subito racconto da Alessandra Lisciani che assicura che nell'ambito del Monte dei Paschi c'è un input verso questa attenzione.
Poi un suggerimento concreto a quelle imprese con rating che possa consentirlo è quello di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti per abbattere il costo del danaro. Dulcis in fundo l'analisi del Preside Gregori che continua la sua battaglia per rendere finalmente nobile sul tavolo delle banche la valutazione dei fattori immateriali dell'impresa che risiedono nella creatività delle persone che la compongono, delle idee innovative che fanno parte della base per il suo sviluppo.
Da ultimo, e non meno importante, l'invito pressante di Gregori alle piccole imprese nell'essere presenti in forma aggregata sui mercati esteri per sopravvivere e essere competitive creando così ricchezza nel proprio Paese