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Sciopero tir, primi effetti per leconomia locale
Matrigardi, sezione Trasporti: Il settore ha subito il 47 per cento di aumento dei costi del gasolio
“Il settore Agroalimentare sta vivendo un momento difficilissimo a causa del blocco dei trasporti – conferma la presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Fermo Alessandra Maroni - Proprio oggi ad esempio c’è un camion di cozze proveniente della Spagna bloccato a Porto d’Ascoli. Bloccano le vendite e gli acquisti con danni ingenti per tutta la catena. Senza contare che in concomitanza con questa situazione hanno fatto sciopero anche i pescatori. Noi che lavoriamo con merce deperibile che deve essere reperita e venduta nel giro delle 48 ore e siamo stati penalizzati fortemente da questo sciopero sin da subito. Immagini le cozze che arrivano dalla Spagna che hanno il loro tempo che devono essere commercializzate e vendute a brevissimo dal loro carico sui mezzi di trasporto. Penso che tutto l’Agroalimentare ne stia risentendo tantissimo. Magari chi ha prodotti a lunga conservazione ne risentirà un po’ meno, ma solo a breve termine, ma ci saranno comunque fortissimi problemi anche per loro se la situazione non rientrasse e di conseguenza con effetti immediati. Uno sciopero che ci sta creando fortissimi disagi e ingenti danni economici. Sentivo un imprenditore del settore calzaturiero che sta affrontando le stesse identiche problematiche. Le aziende agroalimentari e tutte le aziende in generale vivono lo stesso momento di disagio. Un caos generale. Telefonate di persone che hanno bisogno di merce ma che purtroppo fino a quando non si sbloccherà la situazione dei trasporti non potremo fornire. Al momento non sappiamo se gli ordini inoltrati possano far arrivare a destinazione la merce. Spero che finisca presto e che finisca tutto tra oggi e domani. L’Italia vive sui trasporti e due giorni di sciopero sono capaci di mettere ko il settore”.
Sull’argomento è intervenuto anche il presidente della sezione trasporti di Confindustria Fermo Giuseppe Matricardi che solleva il problema delle grandissime difficoltà che sta vivendo nel paese il settore dei trasporti a causa di costi di gestione lievitati a dismisura. “Partiamo dal fatto che Confindustria è una delle sigle al tavolo dei colloqui che aveva dato 60 giorni di tempo prima di proclamare eventuali scioperi. – dice Matricardi - Questo sciopero è stato fatto da un’altra sigla di autotrasportatori. Diciamo che non si può non fotografare la realtà della situazione in cui si trova la nostra categoria è l’unica che ha assorbito il 47 per cento di aumento dei costi del gasolio. E vorrei sapere quali aziende a livello nazionale hanno subito aumenti di questo genere. Molte delle attività sono sul lastrico. In più in un anno il settore trasporti ha registrato aumenti del costo del pedaggio autostradale, delle polizze assicurative, aumenti di giornate di fermo. La categoria è sul lastrico. Se da un lato dico che si potevano aspettare i 60 giorni di tempo prima di procedere con lo sciopero dall’altro è evidente che ci sono addetti che non ce la fanno più a sostenere questa generale situazione. Non si possono condannare le aziende che hanno deciso lo sciopero perché la categoria è al limite del tracollo. Sono comunque da biasimare tutte le forme di protesta che esulano dalle normali modalità di svolgimento di uno sciopero civile. I privati comunque debbono poter circolare. Obiettivamente dalla parte della ragione in questi casi si passerebbe al torto. Speriamo che la situazione si sblocchi”.