Per essa sono stati investiti vari miliardi di euro e spese quasi tutte le energie dell’Unione.
Tra i nostri vicini del sud. le rivoluzioni arabe hanno rovesciato regimi dittatoriali senza assicurare maggiore democrazia in Egitto, Libia e Tunisia.
Volgendoci verso est è da definire l’adesione dell’Ucraina alla Ue.Inizialmente la firma dell’intesa di base era stata fissata per quest’anno poi tutto si è fermato con Kiev a causa della condanna dell’ex primo ministro Yulia Timoshenko.
In Bielorussia l’Unione non esercita alcuna influenza sul presidente Lukashenko che sistematicamente perseguita i propri oppositori, nazionalizzando il web e ponendo fuori legge Google e Twitter per spegnere le loro voci.
La Russia, a sua volta,è sempre più ansiosa di ricostruire il proprio impero e non sta certo perdendo tempo.
A primavera assisteremo ad un ulteriore allargamento dell’area Shengen in quanto proprio prima di Natale i Paesi Bassi hanno ritirato il veto che avevano opposto all’ingresso di Bulgaria e Romania nella zona di libera circolazione. Nei primi mesi dell’anno si cercheranno i soldi necessari per rafforzare il fondo salva stati - Fesf-e negoziare un nuovo accordo intergovernativo.
Buone notizie arrivano poi dalla Croazia che ha organizzato per domenica 22 gennaio un referendum per l’adesione alla Ue.In seguito alla situazione economica la maggior parte dei croati dirà si e nel luglio del 2013 la Croazia, diverrà il ventottesimo membro dell’Unione.
Non è escluso poi che all’inizio dell’anno, i paesi che contribuiscono in maggior misura al budget del fondo di coesione comunitaria e cioè Francia, Germania, Regno Unito, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi ed altri - tra cui il nostro – chiedano una sostanziale riduzione del loro contributo.
I negoziati sono nelle mani della Danimarca che –come anticipato qualche giorno fa da Picusonline - per i prini sei mesi dell’anno ha la presidenza Ue .
Gli scandinavi sono noti per la capacità e l’esperienza politica nell’affrontare i problemi comunitari, ma il pragmatismo danese potrebbe entrare in rotta di collisione con la posizione dei francesi sulla questione del bilancio, tanto più se si considera che ad aprile e maggio Nicolas Sarkozy, che aspira al secondo mandato presidenziale, farà tutto il possibile per convincere i suoi connazionali, sempre più euroscettici, che è ancora in grado di difendere i loro interessi nella Ue.
Probabilmente ci saranno molti altri avvenimenti impossibili da prevedersi oggi .
A minacciare la stabilità interna dell’Europa non mancheranno le crescenti tensioni sociali e l’insoddisfazione delle giovani generazioni, inoltre bisognerà tenere sotto controllo il ritorno del populismo politico in Ungheria ma anche in Francia, Paesi Bassi e Finlandia, un vero e proprio cocktail di delusione sociale per l’attuale debolezza dell’Europa.