Lo sostiene il segretario regionale per il settore privato dell’USB Andrea Quaglietti. “Nell’accordo dell’ottobre 2009, che noi non abbiamo firmato – ricorda Quaglietti - la Manuli chiedeva alle istituzioni anche di realizzare una rete di trasporto energetico diretto dalla sede storica al reparto trasferito , dove lavorano ora 40 persone. Invece di fare questo – aggiunge – e invece di pagare l’affitto nel capannone dove è situato l’Oil & Marine, perché l’azienda non lo riporta all’interno degli impianti principali, dove c’è spazio disponibile e dove potrebbe essere ampliato in caso di maggiore domanda del prodotto? Questa operazione non solo costituirebbe una garanzia di stabilità per il sito principale, ma darebbe un segno di inversione di rotta da parte della Manuli stessa, e di attenzione reale per il territorio e il futuro delle sue attività industriali nell’ascolano. E poi – conclude il segretario USB – il rientro del reparto potrebbe consentire anche di rilanciare l’utilità della centrale termica interna, che potrebbe essere depotenziata ”.