Romano Prodi ha ricordato la figura di Tommaso Padoa-Schioppa, l’economista recentemente scomparso che contribuì massimamente alla nascita dell’integraziona europea e all’avvio dell’euro.
Presenti il Presidente della Repubblica Napolitano, quello della Camera Fini, l’on.Bersani, l'on. Enrico Letta della Commissione Difesa e Lavori Pubblici, l’on.Vassallo della Commissione Affari Costituzionali, l’on.Gianni Letta per citare i più noti oltre ad una cinquantinadi parlamentari.
Accanto al Presidente Napolitano sedeva, non a caso, il givernatire della Banca d'Italia Mario Draghi che potrebbe essere candidato in autunno alla guida della BCE (Banca Centrale Europea) se avverrà l’uscita di scena di Alex Weber attualmente al vertice dell’importante istituzione.
Secondo quanto è emerso dal rapporto presentato,dopo gli scossoni finanziari che hanno caratterizzato il 2010 si impone un nuovo modello di governance dell’eurozona.
E’ la Germania che in questo momento esercita una politica europea poco rassicurante, sdoganando di fatto il coordinamento delle politiche sociali e fiscali e pretendendo dagli altri partner europei l’allineamento dell’età pensionabile, l’uniformità dei parametri di contrattazione salariale, l’armonizzazione delle aliquote fiscali, di fatto escludendo il diretto coinvolgimento dei Parlamenti nazionali.
Nell’ultimo Consiglio Europeo, il presidente Sarkozy è stato forzato all’acquiescenza dalla Merkel in quanto costretto dalla debolezza fiscale francese. Si dice che Sarkozy si presenti agli incontri con la cancelliera tedesca senza nemmeno lo staff tecnico, pronto solamente a dire di sì.
Ma a differenza del premier francese i 19 capi di stato e di governo, su 27 hanno risposto con un “no” secco alle pretese tedesche. “Si pone quindi il problema della radice democratica delle decisioni – ha detto Emma Bonino - che devono essere prese in comune ma anche responsabilmente coinvolgendo i parlamenti nazionali”. E’ stato poi affrontato il tema di un nuovo patto per l’eurozona.
L’Irlanda è stato il primo Paese a richiedere assistenza al Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria creato dai leader europei lo scorso maggio, ma un effetto domino minaccia ora di farsi sentire dalla periferia al centro dell’Unione. Se dovesse cadere il Portogallo, come molti si aspettano, la Spagna, la quarta maggiore economia dell’eurozona potrebbe essere la prossima. Questo Paese ha un PIL di un trilione di euro e rappresenta un decimo di tutta l’economia dell’eurozona. Se la Spagna dovesse ritrovarsi nell’insolvenza le conseguenze sarebbero disastrose,in quanto potrebbe essere seguita a ruota da Belgio e dall’Italia.
”La crisi ha brutalmente messo a nudo le debolezze del modello europeo e dell’Euro” ha detto Mario Monti richiedendo una profonda revisione della governance all’interno dell’eurozona da completarsi entro l’estate di quest’anno.”E’ necessario - ha proseguito Monti - introdurre un nuovo sistema di sorveglianza allo scopo di tenere sotto controllo eventuali squilibri nelle economie dell’eurozona,basandosi su una serie di indicatori economici”.
La proposta più interessante e promettente, emersa in questo convegno è la costituzione di un enorme mercato di Eurobond “equivalente -ha affermato il prof.Amato- al 40% del PIL della UE e di ogni Stato membro.” I vantaggi nel passaggio dal debito nazionale esistente agli Eurobond sarebbero numerosi. Secondo Amato “il mercato degli eurobond entrerebbe in competizione con il mercato del Dipartimento del Tesoro USA stabilendo delle condizioni di rifinanziamento per gli stati dell’eurozona ed altri paesi partecipanti alla UE.
Gli Eurobond - ha proseguito Amato- fornirebbero più chiarezza agli investitori rispetto l’attrattiva degli investimenti in USA. In tal modo si andrebbe a ridurre in maniera significativa lo spazio per eventuali speculazioni contro i singoli Stati ed i contribuenti si ritroverebbero a pagare dei conti di rifinanziamento meno elevati”.
In conclusione,l’Europa ha bisogno di una leadership chiara e lungimirante,deve ritrovare coesione di intenti sia in economia che nella politica per evitare il tracollo di fronte alle superpotenze emergenti come Cina ed India.