A parlare è il direttore Confcommercio Giorgio Fiori che riferendosi al "j'accuse" della Cgil regionale sull’impennata avuta, nella Regione Marche, dai tirocini formativi nel corso del 2010, evidenzia che «per accedere al mondo del lavoro si richiede quasi sempre a neodiplomati o neolaureati, una esperienza specifica che però si può conseguire solo dopo aver svolto mansioni lavorative. Ma se non si lavora come si fa esperienza? E se non si ha esperienza come si può entrare nel mondo del lavoro? Ci si trova in pratica di fronte ad un complesso circolo chiuso che può essere spezzato proprio grazie ai tirocini formativi.
Noi della Confcommercio - continua Fiori – siamo fermi assertori della valenza dei tirocini anche perché abbiamo una lunga esperienza sugli stessi visto che siamo stati tra i primi a promuoverli, tra le nostre imprese della provincia di Ascoli Piceno, già all’indomani della legge Treu del ’97, ridefinendoli poi, all’inizio degli anni 2000, con specifica convenzione sottoscritta con l’Amministrazione Provinciale.
Ebbene –aggiunge Fiori- abbiamo statistiche pluriennali, ovviamente per i settori del commercio e del turismo, che confermano l’utilità di questi stage, pur se gratuiti, poiché non solo tanti tirocinanti grazie all’esperienza lavorativa hanno accresciuto il loro curriculum e trovato un’occupazione stabile ma è anche successo, in diversi casi, che le stesse imprese ospitanti hanno trasformato il tirocinio in rapporto di lavoro, avendo avuto modo di “testare” ed apprezzare sul campo il candidato.
E’ chiaro poi, che la crisi occupazionale in atto, soprattutto nel Piceno, ha impennato le statistiche del 2010 poiché essendo cresciuto il numero dei disoccupati in cerca di occupazione sono aumentate di conseguenza le difficoltà degli inoccupati senza curriculum lavorativo ad inserirsi ed hanno avuto dunque ancora più necessità di acquisire esperienze e quindi utilizzare, in attesa di meglio, i tirocini formativi.
Questo dato - sottolinea Fiori - a mio avviso va visto in positivo, se non altro perché significa anche che i giovani in attesa di prima occupazione hanno cambiato mentalità e che dunque non più “bamboccioni” si sono resi perfettamente conto che piuttosto che starsene a casa senza far niente, ad aspettare la manna dal cielo è molto meglio entrare nel giro del lavoro ed avere così qualche chance in più se non altro per incrementare il proprio carnet di esperienze.
Sono d’accordo - conclude Giorgio Fiori - che il meccanismo vada sostenuto, ma in qualche modo anche migliorato, prevedendo ad esempio oltre a percorsi formativi ancor più vincolati ed altri accorgimenti per evitare abusi, anche la possibilità per le imprese di elargire almeno una sorta di rimborso spese visto che allo stato i tirocini seri, vanno attivati esclusivamente a titolo del tutto gratuito».