Crisi, sale la cassa integrazione ad Ascoli e Fermo

Crisi, sale la cassa integrazione ad Ascoli e Fermo

Il manifatturiero il comparto più in difficoltà

Tra gennaio ed ottobre 2010 sono state 2.820.836 le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate alle aziende artigiane a fronte delle 1.634.216 dell’intero 2009. “Il comparto - afferma Moreno Bruni presidente interprovinciale della Confartigianato di Ascoli Piceno e Fermo - che ha fatto maggiormente ricorso ai sussidi integrativi è stato senz’altro quello manifatturiero che comprende al suo interno le aziende del distretto calzaturiero, tessile abbigliamento, metalmeccanica, legno, alimentari, carta stampa editoria, chimiche, gomma e materiali plastici. Il cuore vivo della produzione artigiana e delle piccole imprese che stanno resistendo alla crisi mettendo in campo, energie, innovazione e creatività”.
L’elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato di Ascoli e Fermo su dati Inps e Istat comprende anche il dettaglio per gli ulteriori comparti artigiani. Le ore autorizzate alle imprese di installazione impianti per l’edilizia sono il 6%, per trasporti e comunicazioni il 5%, i servizi per il 7%.
Il manifatturiero è al tempo stesso il comparto più caldo sia il termometro della situazione. La sua densità di ore è sproporzionatamente più alta rispetto alla media complessiva dei comparti artigiani. Il rapporto ore di CIG/provincia ha permesso alla Confartigianato anche di stilare una classifica delle province marchigiane per intensità di CIG: abbiamo nel 2010 Pesaro e Urbino con il 34,6 di ore autorizzate ed il 34,68% dei lavoratori coinvolti nella regione, Ancona con il 25,9% di ore ed il 22,9 di lavoratori, Macerata con il 15,7% delle ore e con il 17% dei dipendenti mentre Fermo registra il 19% delle ore ed il 20,8% dei lavoratori. La classifica chiude con Ascoli posizionata al 4,8% di lavoratori ed altrettante domande presentate dalle imprese.
La Cassa Integrazione Guadagni “in deroga” è utilizzata dalle imprese escluse dalla cassa di integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, quali di norma quelle artigiane, e dalle piccole imprese e funge a integrazione salariale dei lavoratori, compresi apprendisti, interinali, e lavoratori a domicilio.
“Il forte ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese artigiane – riferisce Guido Tarli, segretario interprovinciale della Confartigianato - che più delle altre hanno aspettato di rivolgersi alle forme di sussidio, secondo Confartigianato, dimostra al tempo stesso la situazione di difficoltà per le micro e piccole imprese ma anche la voglia di riscatto: i compensi integrativi riducono il rischio di tagli sul personale e permettono di ritagliare somme per investimenti su innovazione e tecnologia, i due binari giusti per rimettersi in carreggiata dopo la metamorfosi subita dal mercato globale”.