L’Irlanda, insieme a Portogallo e Spagna è il Paese della zona euro che,al momento, versa in profondissima crisi. Vi sono in giro per il mondo ben due trilioni di titoli di debito emessi da Spagna,Portogallo,Irlanda e Grecia ed a Bruxelles una possibile crisi del debito pubblico irlandese è sempre più concreta.
Il default irlandese è originato dalla fragilità del sistema creditizio in quanto le banche hanno concesso con facilità mutui immobiliari ed ora hanno esposizioni record per l’impossibilità delle famiglie, a causa della crisi, a rispettare gli impegni assunti. Da quando è nato l’euro i disavanzi delle partite correnti di Irlanda,Grecia, Portogallo, Spagna, ma anche dell’Italia hanno accumulato rilevanti aumenti dei rispettivi PIL,conseguenza del ristagno della produttività del lavoro.
A sua volta l’afflusso di capitali essenziali per saldare la bilancia dei pagamenti ha causato un aumento del credito totale interno,la cui proporzione rispetto al PIL in Irlanda,Grecia e Spagna è raddoppiata,in Portogallo è aumentata al 50%, in Italia,grazie alla prudenza di Bankitalia e degli intermediari finanziari è cresciuta solo del 20%. Recentemente i ministri delle Finanze di Germania, Francia,Regno Unito,Italia e Spagna hanno dichiarato che è stato creato un meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria con un fondo di 750 miliardi di euro dopo lo scoppio della crisi del debito greco. Dublino ha smentito categoricamente l’eventualità di un bisogno di aiuti ma secondo notizie dell’ultima ora, raccolte a Bruxelles, l’Irlanda chiederebbe un sostegno finanziario all’UE compreso tra i sessanta e gli ottanta miliardi di euro.Il pericolo è che l’Europa senza una guida politica forte e unita generi un ciclone finanziario di vasta portata.”Con l’UE in forte difficoltà - dice un economista - il gigante si ammala al primo colpo di vento”. Per evitare uno smottamento dell’Unione monetaria analogo a quello avvenuto nel 1967 prima della traumatica fine dell’area della sterlina, occorre una revisione dell’Unione monetaria con una rinegoziazione delle parità centrali sottostanti l’euro,quanto cioè un euro spagnolo o greco valga ricondotto all’euro tedesco.
Ma anche il nostro Paese è a rischio come si può notare dagli andamenti del mercato obbligazionario degli ultimi giorni. Nel nostro caso determinante sarebbe l’avvento di una lunga fase di instabilità politica. Alcuni anni fa il prof.Hankle dell’Università di Francoforte,nel suo libro “Il denaro di Cesare” ha documentato che l’Unione monetaria durata più a lungo fu quella dell’impero Romano. I nostri antenati non si intendevano solamente di strade e di ponti ma avevano reso solide anche le monete assestandone,di volta in volta,se del caso, il loro valore.