Verità e bellezza, la ricetta dell'Italian way

Verità e bellezza, la ricetta dell'Italian way

Come un nuovo modello economico-culturale può diventare una straordinaria opportunità

Parole e musica di Bruno Bucciarelli, presidente Confindustria di Ascoli Piceno nel suo intervento al workshop “Creatività e creazione: una scommessa per le imprese”. L’appuntamento è stato organizzato da TecnoMarche, Confindustria, Ance e Renaissance Link.
Durante l’incontro, moderato dal direttore di Picus On Line, Gaetano Amici, è stato presentato il libro “Verità e bellezza. Una scommessa per il futuro dell’Italia” di Francesco Morace e Giovanni Lanzone. Proprio Lanzone, filosofo e direttore del master di Business Design di Domus Academy, ha spiegato quale sia stata l’idea alla base del testo: «Per realizzare questo libro abbiamo usato la metafora del Rinascimento. Se ci pensiamo bene, mettendo insieme l’Impero Romano, il Rinascimento appunto ed il boom economico l’Italia è stato senza dubbio il paese più bello ma anche più ricco del mondo. Considerando la misura di alcuni secoli abbiamo prodotto il reddito più alto d’Europa. Oggi si deve tornare alla politica del fare, del produrre».
Questa è anche la mission della neonata associazione The Renaissance Link: un'Impresa nel senso rinascimentale del termine, che propone un modello economico-culturale e può diventare una straordinaria opportunità di crescita per tutte le generazioni, grazie alla commistione del patrimonio culturale radicato nel Rinascimento con le straordinarie opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
«Dobbiamo prendere coscienza. Gli europei devono esser capaci di fare sistema e “passare dall’io al noi”. Possiamo parlare di un modello. E questo modello può essere suggerito, al suo interno vi sono i consigli anche per l’uscita dalla crisi attuale con nuovi assetti sociali» dichiara  Emilio Genovesi, amministratore delegato Material Connexion di Milano.
Ma qual è il contributo che ingegno e creatività, tipici dell’Italian way, possono apportare nell’estetica, nella formazione, nello stile manageriale e nella cultura d’impresa, per dar vita a un nuovo “Rinascimento” italiano?
«Io vengo dalla realtà agricola, e mi è stato insegnato che senza produrre non si ottiene nulla. Credo che l’agroalimentare e la bellezza del territorio possano rappresentare un binomio importante di crescita», è la ricetta di Antonio Cocci, presidente della sezione alimentare di Confindustria Ascoli.
«La crisi internazionale è partita dall’edilizia – aggiunge Umberto Alesi, del consiglio d’amministrazione di TecnoMarche – E tutti dicono che, con la ripresa di quel settore si uscirà dalla crisi. Dobbiamo capire quali saranno gli elementi che faranno ripartire l’edilizia. Io credo che la tecnologia e la bellezza siano due ottimi punti di partenza. La vera sfida è coniugare tecnologia e bellezza. Pur venendo da un passato di bellezza, ci sono in Italia città molto brutte.
Vediamo spesso edifici con interni meravigliosi, mentre all’esterno una grande mediocrità. Di chi è allora la colpa? Forse dei costruttori edili, forse degli architetti? In Italia c’è un architetto ogni 450 abitanti. Praticamente pari al numero di tutti i professionisti di Germania, Spagna e Francia messi assieme».
«Il nostro Paese  - dice Lanzone - è un territorio ricco di contraddizioni. Abbiamo costruzioni con interni meravigliosi e fuori vediamo un livello di cultura che fa rabbrividire. Dovremmo considerare le piazze, i monumenti come se fossero nostre. Si deve innovare ottenendo il meglio da quello che abbiamo a disposizione.
Oggi purtroppo siamo tutti vittime della serialità. Le possibili vie d’uscita? Rimettere al centro la cultura del fare, riunificare esperienza etica e valore economico attraverso l’estetica, sperimentare la cura e il gusto nella ridefinizione dell’esperienza che nasce dall’incontro tra la cultura e la capacità di creazione, tra la sensibilità e la bellezza, fare un surplus di bene per recuperare tutto il male che è stato fatto».