Il numero maggiore di infortuni mortali è stato quello compreso nella fascia di età 40/49 anni (22,6% casi 53) seguito dalla fascia di età compresa tra i 50 e i 59 anni (19/6%, 46 casi). I settori economici più colpiti sono l’agroalimentare con il 39%, le costruzioni con il 24,5% e trasporti e magazzini con il 10,4%, in crescita gli infortuni mortali nel settore del commercio e dell’artigianato con il 10,4%. Le cause principali sono dovute a ribaltamento mezzi (23,7%), caduta dall’alto (21,2%), investimenti (10,8%) e contatto con organi in movimento (5,8%).
La regione Marche registra un dato pari al 3,7% con 9 casi mortali.
Tra i casi mortali per regione, relativi alla popolazione occupata (indice di incidenza) spicca il record della regione Molise con il 36% seguita dalla Calabria ed Abruzzo con il 20%.
La regione Marche presenta un dato del 13,7%.
Le analisi statistiche sugli infortuni mortali sono elaborate considerando anche le cause dell’infortunio: uno strumento utile per l’identificazione e la valutazione del rischio nei luoghi di lavoro, nonché per identificare le adeguate misure di sicurezza da attuare. Dall'analisi statistica sono esclusi gli infortuni mortali in itinere.
I dati confermano che nonostante ci troviamo di fronte, in termini generali, resta elevato il numero elle cosiddette “morti bianche” , la diminuzione è frutto indubbiamente delle azioni introdotte al decreto legislativo n.81/2009, che regola la matteria ma prevalentemente dalla crisi produttiva ed occupazionale che ha colpito il Paese. Per queste ragioni occorre proseguire ed implementare tutte le azioni di promozione e controllo sui luoghi di lavoro nonché delle attività formativa di tutti i soggetti aziendali a partire al rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (formazione obbligatoria e aggiornamento annuale).
Dipartimento Sicurezza sul lavoro di CGIL CISL UIL di Ascoli Piceno ricorda infine che dal 1°Agosto, salvo rinvii come accaduto per la pubblica amministrazione, entrerà in vigore, per tutte le aziende private, la valutazione relativa ai rischi da stress da lavoro correlato (malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali) la cui mancata applicazione genera una sanzione di euro da 5.000 a 15.000 o l'arresto da 4 a 8 mesi.