Dopo il risultato del referendum però sembrerebbe che la Fiat sia orientata a non effettuare l'investimento sull'impianto campano. «Niente scherzi - ha detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni - Il sì ha vinto e quindi non ci sono scuse, subito investimenti su Pomigliano». «Non voglio nemmeno ipotizzare che Fiat cambi idea» dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Secondo alcune indiscrezioni il Lingotto si aspettava una percentuale di favorevoli più vicina all'80 per cento.
«I lavoratori di Pomigliano hanno compreso e condiviso le ragioni del nostro accordo». È quanto aveva dichiarato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.
«La partecipazione al voto era prevedibile come la prevalenza del sì - aveva detto la vice segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso - Chiediamo a Fiat di avviare l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano e di riaprire la trattativa per una trattativa condivisa da tutti».
Fiom rimane contraria all'intesa ma apre uno spiraglio. «Se la Fiat apre una trattativa e si predispone ad una mediazione che rispetti la costituzione, le leggi dello stato e il contratto, ci sediamo a un tavolo e siamo disponibili a fare un negoziato» aveva sostenuto dopo il referendum il segretario della federazione napoletana, Massimo Brancato.