I due errori per la crisi greca: salvataggi finanziari e richiesta di austerità

I due errori per la crisi greca: salvataggi finanziari e richiesta di austerità

Il primo tremendo errore è questa pressione massiccia sui livelli di vita e sulla spesa pubblica

Progresso: Webster, hai parlato fino a ora di uno dei due grossi errori nella risposta europea alla crisi Greca: la richiesta di austerità. Qual è l’altro errore?

Tarpley: Sì, il primo tremendo errore è questa pressione massiccia sui livelli di vita, la spesa pubblica e così via. Il secondo errore non meno grave è di organizzare questi bail-outs (salvataggi finanziari) come è stato fatto per salvare Wall Street nel 2008. Dare soldi dell’Unione Europea alla Grecia (soldi della Francia, Germania, Italia ecc) non fa che peggiorare il problema. Qual'e’ il problema della Grecia? L’indebitamento eccessivo. Qual è la soluzione proposta da questa infelice Frau [Cancelliere tedesco Angela] Merckel? Aumentare ancora il debito. E [il Presidente francese Nicolas] Sarkozi? Anche lui: più debiti. E persino il contribuente americano è coinvolto. [Il Presidente Barack] Obama aveva dato cento miliardi di dollari al Fondo Monetario e quindi si può pensare che una parte dei soldi dati dal Fondo alla Grecia saranno anche soldi del contribuente americano.  E quindi ci sarebbe un’opposizione anche qui.

Progresso: Ma qual'e’ allora, secondo te, la vera soluzione?

Tarpley: Il problema non è la pigrizia dei Greci, il problema è la criminalità’ di questa banda di hedge funds e di Zombie banks. Cosa possiamo fare? Nelle ultime settimane qui a Washington abbiamo avuto le sedute del Congresso, dove i capi della Goldman Sachs sedevano giustamente sul banco degli imputati. E’ anche in discussione una legge -- finora è una legge molto debole, molto inadeguata -- per ridurre gli eccessi di Wall Street e per imporre almeno certe regole sul mercato di questi derivatives. Questo si deve fare. Io ho elaborato un programma in questo senso che si può leggere sul mio sito web Tarpley.net. Il punto è questo: bisogna vietare l’uso di credit default swaps. I credit default swaps sono lo strumento preferito per colpire paesi come la Grecia ed è la maniera più efficace per svendere questi paesi al ribasso.

Progresso: Puoi spiegare più in dettaglio questo meccanismo.

Tarpley: I credit default swaps sono un tipo di derivatives; in pratica sono polizze di assicurazione sul debito di una certa entità. Più semplicemente sono scommesse. Qui siamo nel regno del gioco d’azzardo normalmente proibito a norma di legge, ma chiaramente hanno fatto un’eccezione per i derivatives. Se io prevedo che la Grecia andrà in bancarotta allora io posso acquistare Credit Default Swaps giocando al ribasso. E quindi se fallisce la Grecia io, incasso una montagna di soldi. Si può fare questo nei confronti della California, dello stato di New York, dell’Olanda, dell’Illinois… e tanti altri stati.
C’era un articolo sul Wall Street Journal qualche giorno fa che ho commentato in un’intervista televisiva a Russia Today, Con i credit default swaps hanno distrutto la ditta di assicurazioni AIG facendo perdere ai contribuenti americani 200 miliardi di dollari.
Dovrebbero essere già illegali perche di fatto rappresentano un’operazione in cui una parte pretende di essere una ditta di assicurazioni ma in realtà chi vende questi swaps non si è registrato come assicurazione, non ha le riserve di capitale che sarebbero necessarie e così via. Il problema è che coloro che sono preposti a regolare queste attività non fanno il loro dovere.
Queste operazioni sono illegali sulla base della legge che dice che nessuno può vendere una polizza d’assicurazione a meno che non si attenga ai requisiti che ogni assicurazione deve rispettare. Questi swaps possono essere sottoscritti da chiunque, senza avere il capitale richiesto o alcun requisito.

Progresso: Quindi, secondo te, cosa si dovrebbe fare? Vietarli?

Tarpley: Si! Bisogna vietare esplicitamente le credit default swaps. Questo è stato il problema con la Goldman Sachs. Se la Goldman ha speculato contro quel CDO (Collateralized Debt Obligation) Abacus lo ha fatto grazie agli swaps. Ha preparato pacchettini tossici assortiti e li ha venduti con grandi profitti sapendo che sarebbero scoppiati in mano ai compratori.

Progresso: Ma I CDO sono solo uno dei sempre più complessi e astuti strumenti finanziari che hanno creato montagne di valori cartacei (o elettronico-virtuali), apparentemente senza connessione con il lavoro, la produzione e quello che una volta era il capitalismo industriale…

Tarpley: Esatto. L’altra cosa che dovrebbe essere vietata sono le Collateralized Debt Obbigation (CDO). Abbiamo le ipoteche sulle case, sulle proprietà fondiarie. Ne prendono cinquanta, cento o quel che sia e confezionano un pacchetto che chiamano Mortgage-Backed Security (MBS).
E’ già un derivato finanziario, cioè un valore virtuale che “deriverebbe”, ma è già staccato, da un valore fisico reale. Poi prendono un certo numero di MBS e lo chiamano Collateralized Debt Obbigation (CDO). Quindi, un pacchetto di pacchetti.
Si può arrivare ad un terzo grado di derivati e prendere una quantità di CDO e preparare altri pacchetti conosciuti som Syntethic Collateralized Debt Obbigation (SCDO). Cioè CDO al quadrato, un super derivato. Il legame con economia reale è già sparito da tempo.
Ma non è finita. Sopra a questo si possono mettere insieme varie credit default swaps e confezionare un pacchetto chiamato Structured Investment Vehicles (SIV) e poi giostrare con i vari pacchetti nascondendoli fuori dei bilanci pubblici delle banche che fanno questi giochi letali. Bisogna interrompere questo processo. Abbiamo già vietato i Credit Deafult Swaps, ora bisogna vietare anche i Syntethic Collateralized Debt Obbigation (SCDO). I SCDO hanno distrutto colossi come Bear Stearns, Lehman Brothers e Merrill Lynch. Tre banche distrutte nel corso del 2008, che diavolo aspettiamo?

Progresso: Che dovrebbe fare la Grecia in particolare di fronte a questi giochi titanici?

Tarpley: La Grecia dovrebbe soprattutto vietare i Credit Deafult Swaps. Solo che ne hanno comprati tanti da Goldman Sachs… Per ora è il Far West selvaggio. Le leggi non contano. Di fatto non è vietato niente. Contro gli speculatori vengono fatte rispettare neanche le normali leggi contro il gioco d’azzardo .

Progresso: e allora?

Tarpley: E allora si debbono prendere alcune misure immediate... Per esempio, la Tobin Tax, conosciuta in Inghilterra come la Tassa Robin Hood, anche se quest’ultima è molto limitata. Nell’Unione Europea c’e’ l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Qui, in molti stati americani c’e’ una sales tax, una tassa sulle vendite che è più o meno equivalente. Quelli di Wall Street nelle loro compravendite non pagano niente. Niente di niente. Possono avere un volume di miliardi di miliardi di miliardi al giorno e su questo fatturato non pagano un centesimo. Ed è uno scandalo. Una tassa piccolissima su queste compravendite risolverebbe gran parte dei nostri problemi.

Progresso: Ma ci sono quelli che dicono che una tassa del genere minerebbe le basi del libero mercato…

Tarpley: (Risata). Io vorrei sapere perché quelli di Wall Street insistono nel pretendere un trattamento preferenziale. Perché la compravendita di prodotti fisici, di merci e servizi, l’economia reale che è sottoposta all’IVA non dovrebbe avere lo stesso trattamento che questi signori si arrogano per se stessi? Loro sono privilegiati rispetto a tutti gli altri tipi di merci e servizi. Se io voglio vendere scarpe, cibo, capi di abbigliamento, computer e terreni io pago una tassa, ma se sono un pescecane di Wall Street non pago niente. Non solo non c’e’ nessuna discriminazione contro gli speculatori, ma c’e’ una sovvenzione pubblica per gli speculatori. Perché dovremmo sovvenzionarli?

Progresso: Tu dici che una tassa di questo genere non solo non creerebbe problemi per l’economia produttiva, ma al contrario la rafforzerebbe…

Tarpley: Non c’e’ dubbio. Forse oggi abbiamo dimenticato che nella storia degli Stati Uniti, i derivatives, tutti i derivatives sono stati sempre strettamente vietati, illegali. Dal 1936 con la legge del New Deal fino al 1982 quando questo Ronald Reagan imbevuto di ideologia del laissez faire ha tolto il divieto per i derivatives. Inoltre esisteva dai tempi del New Deal una Stamp Tax, cioè una tassa sul trasferimento di azioni e obbligazioni che era di entità minima 0.5 o 1 percento. E’ durata fino al 1966 – ’67, fino al tempo del presidente Lyndon Johnson che la abolì. Il punto ora è che bisogna ristabilire una Tobin tax, una tassa Robin Hood, una security o financial transfer tax… comunque la volete chiamare. Un percento del fatturato! Se c’e’ un volume di un quadrillion di dollari [un milione di miliardi] di compravendite di titoli all’anno negli Stati Uniti e noi prendiamo l’uno percento, avremmo a disposizione 10 trillions [10 milioni di miliardi]. Il che vuol dire che la crisi del bilancio pubblico svanisce. E, infatti, la crisi del bilancio pubblico negli Stati Uniti è più o meno equivalente alla somma non pagata dal mondo dei pescecani della finanza. Loro pretendono l’immunità. Questi si comportano come l’aristocrazia francese prima della rivoluzione, l’ancien régime: I nobili non pagano le tasse. Oggi gli speculatori ripetono: noi non paghiamo le tasse, voi plebei le pagate.

Progresso: E cosa fare degli hedge funds allora?

Tarpley: Non abbiamo bisogno di queste istituzioni. Le riforme di cui parlo dovrebbero essere realizzate immediatamente sia dall’Unione Europea che dagli Stati Uniti. Bisognerebbe anche vedere se alcuni di questi hedge funds possano essere perseguiti come associazioni a delinquere o usando, ad esempio, lo statuto RICO [Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act]. Certamente bisogna fare qualcosa riguardo alla Goldman Sachs che attualmente è oggetto di un’indagine criminale da parte dell’organismo di controllo americano Securities and Exchange Commission (SEC). Bisognerebbe escluderla da qualsiasi mercato europeo. E fare la stessa cosa con altri gruppi che mostrano questa carica di aggressività antisociale.

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