Lo chiede Andrea Quaglietti, dirigente del Sindacato dei Lavoratori ed ex dipendente ed RSU della Manuli, ora in cassa integrazione come i due terzi dei suoi colleghi operai.
«Nel silenzio totale di tutti i soggetti pubblici che dovrebbero difendere l’occupazione e il reddito dei lavoratori – dice Quaglietti – avanza ancora l’impoverimento accelerato del tessuto industriale del territorio piceno. Noi ci domandiamo: perchè la Manuli non presenta o discute con enti e sindacati quel piano industriale che doveva esser il programma di rilancio del sito ascolano, secondo l’intesa firmata nel novembre 2009?
Ma i confederali che fanno? E’ il caso forse che anche loro facciano delle riflessioni su quell’accordo?».
Per il membro del coordinamento nazionale SDL, che vede già nuove tensioni crescere in altre fabbriche della zona industriale di Ascoli, a causa di nuovi probabili tagli, «occorre che il Piceno si svegli prima che sia troppo tardi. Noi chiamiamo a raccolta tutti – conclude Quaglietti – lavoratori, sindacati, amministratori, affinché si apra un confronto sociale vasto che fermi la delocalizzazione delle aziende maggiori e la deindustrializzazione totale del territorio».