Crisi del Piceno, riparte la protesta dei lavoratori

Crisi del Piceno, riparte la protesta dei lavoratori

«Non sono stati rispettati gli impegni. Torneremo a manifestare davanti alla Provincia»

Lo ha deciso il Coordinamento dei Lavoratori della Vallata del Tronto, che si è riunito davanti ai cancelli della Manuli Rubber di Campolungo, lunedì scorso 3 maggio. 
«Centinaia e centinaia di lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, o licenziati dalle maggiori industrie della nostra zona – dice Andrea Quaglietti, delegato SDL, sindacato che fa parte del Coordinamento – sono stati abbandonati a se stessi, con le loro famiglie.
Le promesse fatte nei mesi scorsi per la Manuli e anche per le altre realtà che vogliono chiudere o ridurre la forza lavoro, non state rispettate dagli enti pubblici, in particolare dalla Provincia di Ascoli e dal Comune. Questo è soprattutto vero – continua l’esponente del Coordinamento – per la vicenda della Manuli, per la quale dopo l’intesa del novembre 2009 non firmata da SDL e UGL, non si è fatto più niente, nonostante i nostri ripetuti solleciti».
Per questo i dipendenti in via di espulsione dal mondo del lavoro dell’ascolano, che sono migliaia - dalla Manuli alla cartiera Ahlstrom, dalla Carbon ad altre minori – chiedono «una risposta rapida e urgente da parte di tutte le istituzioni, Regione Marche compresa».
In attesa che questa risposta arrivi, il Coordinamento della vallata del Tronto, che riunisce singoli operai, organizzazioni e gruppi spontanei delle varie imprese in crisi, hanno già deciso nuove azioni di lotta.
«A breve torneremo a manifestare davanti la sede della Provincia di Ascoli – spiega Quaglietti – per avere attenzione da parte dell’opinione pubblica e degli enti locali, e anche per ottenere dei risultati minimi concreti. In particolare, considerando i fondi statali che alcuni politici avevano detto essere in arrivo per il Piceno, quell’integrazione al reddito che Piero Celani aveva promesso, e che può essere erogata anche in forma di programmi di formazione e riqualificazione degli operai in uscita dalle loro fabbriche, favorendo un possibile loro reinserimento utile nella società locale».