La nostra assoluta contrarietà era ed è per la ventilata deroga di sabato 1° maggio, perché, come ho già chiaramente anticipato, oltre all’obbligatorietà della chiusura, prevista dall’art. 54 della nuova legge regionale sul commercio, il primo Maggio è la festa canonica del lavoro e dei lavoratori, come lo sono anche i commercianti ed i loro collaboratori e che comunque la chiusura di sabato va poi compensata con la deroga già prevista per le attività al dettaglio del centro storico per domenica 2 maggio.
La rivitalizzazione del centro storico e la promozione turistica di Ascoli Piceno – aggiunge il presidente Confcommercio - non dipendono infatti dai negozi aperti o chiusi che siano, ma da una razionale pianificazione di manifestazioni (vedasi appunto Fritto misto) che portino gente in città per tutto l’anno e non solo nel centro storico, visto che ad Ascoli ci sono altri importanti quartieri che meritano comunque di essere valorizzati.
Per quanto infine riferito alle esternazioni dei presidenti Confcommercio dei pubblici esercizi Pippo Feriozzi e di quello degli albergatori Ferdinando Ciabattoni, che sono state lette in contrasto con quelle del sottoscritto, voglio augurarmi che siano stati solo dei fraintendimenti poiché premesso che le deroghe interessano le attività al dettaglio e non certamente bar, ristoranti ed alberghi la Confcommercio di dirigenti che intendano, se del caso, non rispettare le leggi, ovvero che non intendano come dovrebbero, confrontarsi con il loro presidente prima di sparlare a sproposito, perché magari, come nel caso specifico, non a conoscenza di fatti certi, fa volentieri a meno ed anzi a questo punto farebbero meglio ad andarsene con altre organizzazioni a loro forse più congeniali.
Auspico infine - conclude Cacciatori - che il sindaco abbia il buon senso di ricordarsi il valore che ha in sé la festività del 1° maggio, che la città è comunque servita perchè la quasi totalità dei pubblici esercizi starà normalmente aperta e che dunque non si lasci influenzare da certi suggeritori che più che alla città pensano solo a loro stessi».