Mondo diVino, per il rilancio del Piceno e delle Marche

Mondo diVino, per il rilancio del Piceno e delle Marche

Casato Group sottolinea l’importanza dei Consorzi di tutela delle Doc

Casato Group, noto per essere una delle poche realtà del Piceno ad operare sia nei canali GD/GDO che nell’HO.RE.CA. sia a livello nazionale che internazionale, è sul mercato attraverso quattro aziende: "Tenute del Borgo", "Corti Feudali", "Terre di Casato", e "Gamp & Co": 
Quest’anno l’azienda Casato Group riceve al Vinitaly due Gran Menzioni. La prima va a “Luceat” Marche IGT Rosso 2008 (riconoscimento ottenuto per il quinto anno consecutivo) e la seconda ad “Origo” Offida Rosso 2006, blend tra Montepulciano e Cabernet Sauvignon.
Nell’ultimo anno il settore è stato caratterizzato da una situazione di tensione e difficoltà dovuta soprattutto alla grave crisi internazionale che sta attanagliando la nostra economia la quale ha compromesso la buona performance del gruppo in termini di fatturato.
Quest’ultimo ha infatti subito un incremento nel 2009 superiore al 28%, sfiorando la soglia dei 3 milioni di euro di fatturato. Certamente, se non si fossero verificate tali contingenze di mercato, il fatturato 2009 avrebbe costituito un record storico per Casato Group poiché si sarebbe attestato ampiamente sopra l’ordine dei 3 milioni di euro.
Il 2010 si prospetta dunque come un anno caratterizzato da promettenti margini di crescita sia sul versante della grande distribuzione che su quello della grande distribuzione organizzata grazie anche all’efficienza produttiva ormai raggiunta dall’azienda. Sotto questo punto di vista è bene sottolineare che, nonostante una inevitabile riduzione del personale, si è stati in grado di saper ottimizzare le risorse a disposizione, potendo tuttavia sfruttare soltanto il 39% circa del potenziale produttivo sul versante GDO.
Il 2010 è per Casato Group l’anno dell’internazionalizzazione e dell’organizzazione di una solida rete commerciale all’estero. Le politiche aziendali avviate e rivolte ai mercati esteri rappresentano una via per l’incremento dei margini ma, soprattutto, un modo per restituire vitalità all’offerta enologica ‘Made in Italy’, consolidare la propria immagine e lenire la pressione competitiva in atto sul mercato domestico.
Il Gruppo si sta dunque attualmente strutturando nell’ottica di esplorare nuovi mercati, individuarne i partner commerciali, promuovere i prodotti e rafforzare i canali di esportazione già attivati sull’estero. Tale politica aziendale rappresenta una via per l’incremento dei margini ma, soprattutto, un modo per restituire vitalità all’offerta enologica ‘Made in Italy’, consolidare la propria immagine e lenire la pressione competitiva in atto sul mercato domestico.
Restano tuttavia invariati il monitoraggio e l’attenzione verso il mercato nazionale il quale, pur non mostrando evidenti segnali di saturazione costituisce ormai, insieme alla Francia, la vecchia Europa e verrà, secondo recenti analisi, presto scalzato da Paesi come Cina, Russia, India ed USA. Fattore principale dell’ascesa di un prodotto come il vino sui mercati emergenti è senza dubbio quello dell’interscambio culturale, risultato delle dinamiche della globalizzazione. I ricchi di Mosca, ad esempio, preferiscono sempre più il vino alla vodka mentre in India i medici consigliano il vino al posto del whisky. All’interno della cosiddetta vecchia Europa aumenti di volumi tra il 10 ed il 30% per l’Italia sono stati registrati da Paesi come la Germania ed il Regno Unito, gli stessi Paesi che hanno mostrato maggiore affluenza al Vinitaly 2009 secondo i dati diffusi da Verona Fiere.
Quest’anno il Gruppo Casato intende veicolare attraverso “Mondo diVino” un concetto decisivo per il rilancio dell’economia del Piceno e delle Marche ovvero l’importanza dei Consorzi di tutela delle Doc come veri e propri strumenti di promozione e valorizzazione del territorio. Spesso, infatti, nell’immaginario comune dei consumatori e produttori di vino locali i Consorzi di tutela venivano identificati come organi e strumenti di controllo repressivi e non come potenziale veicolo promozionale, sia sul versante turistico che enogastronomico. L’evidente risultato è che sempre più di frequente il “Made in Italy” viene riconosciuto in pochi prodotti italiani e nei rispettivi territori di provenienza che  hanno saputo promuoversi con successo anche a livello internazionale, a scapito di territori con un alto potenziale turistico come ad esempio il Piceno.