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Crisi del Piceno, venture capital per salvare la Ahlstrom
«Pronti a valutare i dati di bilancio. Le istituzioni ci ascoltino»
I venture capital sono fondi nati per investire su idee e progetti che necessitano di capitali per partire. «Ci siamo sempre affidati a potenziali acquirenti – sostiene Castagna – invece di creare fondi ad hoc per partecipare all’iniziativa produttiva. Il Piceno soffre di mancanza di innovazione, di stimoli e di cultura dell’impresa. La crisi che attraversa il nostro territorio è endemica al sistema e quindi non risolvibile. E’ innanzitutto una crisi produttiva, poiché manca la domanda del prodotto, ma manca soprattutto il capitale».
Fondamentale il ruolo giocato dagli enti locali. «Gli enti preposti dovrebbero fare un inventario delle varie realtà in crisi – prosegue Castagna - Noi siamo pronti a valutare i dati di bilancio, come nel caso della Ahlstrom, e potremmo trovare soluzioni che un ente pubblico non conosce perché preoccupato di risolvere la situazione nell’immediato».
I commercialisti ritengono di poter esser un valido strumento operativo e culturale per dare supporto alle strategie di pianificazione economica del Piceno. «Chiediamo di essere ascoltati, offriamo il nostro contributo “professionale” – dichiara il presidente Castagna – Siamo a stretto contatto con le imprese. Chi meglio di noi può farlo? Vogliamo esser considerati interlocutori principali, non siamo solo dei semplici tributaristi che si occupano di dichiarazioni dei redditi».
«L’unico ente che finora ci ha coinvolto è stata la Fondazione Carisap – aggiunge il vicepresidente Giacomo Galli - C’è un tavolo tecnico sulle piccole e medie imprese al quale partecipiamo attivamente, anche se pensiamo che gli uomini facciano i fatti, più che gli studi».
I commercialisti rimproverano anche alle istituzioni locali di non saper fare vera formazione professionale. «E’ davvero efficace ciò che fanno Provincia e Regione? I corsi professionali così come sono non hanno valenza – sostiene Castagna – Sarebbe più opportuno capire prima le esigenze delle imprese». «Il corso di formazione professionale non deve ridursi ad un’indennità di disoccupazione come troppo spesso succede» commenta il vicepresidente Galli.
Ed infine un appello al governo nazionale. «Equitalia con la sua aggressività sta distruggendo le imprese – tuona Galli – Non mettiamo in dubbio la legittimità della sua azione di recuperare il cosiddetto “non versato”, ma chiediamo una dilazione dei debiti».
«Ad agosto c’è stato un accordo tra Abi, Confindustria e Ministero dell’Economia per una moratoria dei debiti delle piccole e medie imprese – conclude Castagna – La cosa paradossale è che il governo abbia escluso dall’intesa proprio Equitalia, società a totale capitale pubblico».