Nascita di nuove imprese, Fermo al 30° posto

Nascita di nuove imprese, Fermo al 30° posto

Saldo positivo di 26 mila aziende per la provincia fermana

in una conferenza stampa congiunta, hanno reso noti i dati relativi al settore dell’artigianato e al suo reagire alla crisi. Un settore, quello artigiano, che cerca di gestire una crisi dura appellandosi ai valori che da sempre lo contraddistinguono.
“Un artigianato che non reclama trattamenti di favore, piuttosto si aspetta dalle istituzioni locali la giusta considerazione. E’ in tal senso che si deve leggere il duplice impegno di Confartigianato Imprese e Confartigianato UAPI – spiegano Gilberto Gasparoni e Guido Tarli, responsabili delle Associazioni interpovinciali di Ascoli Piceno e Fermo - suggerire alle amministrazioni locali le azioni più opportune per creare occasioni di sviluppo, favorire l’imprenditorialità giovanile, sostenere il ricambio generazionale e la trasmissione dei saperi artigiani; e porre un argine alla concorrenza sleale, puntando su maggiori controlli e sul rispetto per i consumatori; premiare coloro che nel pieno rispetto della normativa sono in regola con la formazione obbligatoria sulla sicurezza”.
I dati riportati dai responsabili della Confartigianato mostrano che la provincia di Fermo si colloca al 30° posto in Italia per nascita di nuove imprese, registrando un saldo positivo nei primi 11 mesi del 2009 di ben 252 imprese.
E’ quanto risulta dal rapporto Unioncamere diffuso il 12 dicembre scorso e che colloca la provincia fermana in linea con l’andamento nazionale il quale registra, sempre nelle stesso periodo, un saldo positivo di ben 26.000 imprese. Indicativo è altresì il dato delle domande presentate dalle imprese marchigiane in risposta al bando regionale "Promozione dell'innovazione dei processi aziendali" che ha visto la provincia di Fermo al primo posto con n. 142 domande, seguita a distanza da Macerata (55 domande), Ancona (32), Pesaro-Urbino (23) e Ascoli Piceno con 20 domande. Di particolare interesse è la segmentazione delle domande presentate: su 272 domande complessive ben 110 sono di provenienza artigiana. Un atteggiamento ed una dinamicità delle Piccole e Micro Imprese che non può non dare soddisfazione a strutture come la Confartigianato che da anni si adopera per il loro sostegno e la giusta rivendicazione di istanze vitali per l'intero comparto (creazione di reti di imprese, consorzi, modifica della normativa in fatto di versamento dell'IVA fatturata ma non ancora incassata, premi INAIL, costo dell'energia ecc...).
C’è, tuttavia, anche il rovescio della medaglia; il dato relativo all’occupazione spicca nel territorio fermano, contrastando con l’ottima performance di apertura, mostrando che nella Regione Marche la provincia di Fermo è al secondo posto (con 509 casi) per quanto riguarda le domande di sospensione (si tratta di 2.216 di lavoratori); mentre si colloca al terzo posto (1.563 lavoratori) per le domande di Cig in deroga alle aziende artigiane (n. 383 casi).
Un primato positivo proviene dai dati INAIL - i più recenti disponibili si riferiscono all’annualità 2007 – relativamente alla zona territoriale n. 11 che mostra un virtuosismo considerevole in termini di diminuzione degli infortuni con un calo al 21,70%, rispetto alla media regionale che si attesta al 34%. Nel decennio 1998/2008 nel comparto artigiano si è registrata una riduzione costante ed inesorabile degli infortuni sul lavoro del 25,7% contro la riduzione del 5% nell’industria e servizi.
Per la Confartigianato UAPI hanno partecipato alla conferenza stampa il Guido Tarli, segretario interprovinciale di Ascoli Piceno e  Fermo, Marco Di Battista referente settore TAC e internazionalizzazione e Luca Soricetti presidente categoria TAC (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero); mentre per la Confartigianato Imprese sono intervenuti il responsabile Gilberto Gasparoni, Paolo Tappatà del dipartimento ambiente e sicurezza, Nadia Beani dirigente e Maria Désirée Basili coordinatrice interprovinciale, in qualità di moderatrice.
La Confartigianato ha dato battaglia, facendo “lobby” in senso positivo, riuscendo ad evitare che altre lobby più ridondanti e battagliere potessero vanificare i positivi effetti della legge 99/2009 (art. 17). La nuova norma impone che il marchio Made in Italy possa essere apposto unicamente sulle etichette dei prodotti realizzati interamente in Italia. Un’azione che ha salvaguardato l’abilità, la competenza e la passione di 480.00 artigiani e piccoli imprenditori che danno lavoro a 1.800.000 addetti in Italia, realizzando un valore aggiunto di 58 Mld di €., il più alto in Europa.
L’azione confederale si è manifestata concretamente il giorno 8 ottobre con il “D-Day – Made in Italy”, con l’uscita sul Sole 24 Ore e sui maggiori quotidiani provinciali d’Italia di un messaggio unitario in difesa della normativa.
Nel periodo di crisi come l’attuale, le imprese artigiane hanno la necessità reale di appoggiarsi ad un partner di primo piano, competente e significativamente rappresentativo. In ciò la Confartigianato si pone al fianco della imprese sostenendole nell’accesso al credito, nella formazione obbligatoria e innovativa, nell’aggiornamento alle normative su tutte le materie di interesse lavorativo e nella pratiche di assistenza previdenziale e fiscale. Non è un caso, infatti, che nel corso del 2009 e fin negli ultimi giorni ben 800 imprese abbiano scelto ed aderito con convinzione a Confartigianato quale interlocutore affidabile, la cui reputazione si è consolidata in oltre sessanta anni di attività. Si tratta di numeri molto elevati che stanno a significare quanto gli artigiani tengano a sentirsi rappresentati.
Il Piano Casa rappresenta un’opportunità che porterà un beneficio all’economia locale, soprattutto con la messa in circolo di risorse attualmente ferme. Confartigianato non ha mancato, tuttavia, di sottolineare i punti qualificanti del provvedimento, evidenziando altresì le ombre del provvedimento. Innanzitutto la legge regionale è stata approvata con notevole ritardo, considerando che i tempi per il suo recepimento e quindi l’avvio effettivo dei cantieri richiederà diversi mesi. L’idea originaria, fin dalla Conferenza Stato-Regioni, alla base del piano casa era di contribuire ad affrontare la crisi liberando risorse economiche. Se il piano fosse stato recepito dalla Regione Marche prima della pausa estiva, probabilmente oggi avremmo già i primi effetti benefici. Si tratta di un Piano che tra gli elementi di forza annovera la riduzione minima del 20% del contributo di costruzione dovuto stabilito dalla legge 10/77, cosiddetta legge Bucalossi. Tale riduzione è stata inserita nella legge regionale grazie alle istanze della Confartigianato. Nella legge si punta molto ad incentivare l’edilizia eco-sostenibile e questo rappresenta senza dubbio un altro punto a favore. Tuttavia, si fa anche notare il grande limite irrisolto delle distanze dai confini che non potranno essere derogate. In generale, la Confartigianato, che a livello regionale, molto si è adoperata per migliorare il testo (la IV Commissione Consiliare aveva ricevuto 120 emendamenti sia da parte di consiglieri singoli, gruppi consiliari e Associazioni di categoria, in primis dalla Confartigianato).

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