Crisi del Piceno, 359 imprese dicono addio

Crisi del Piceno, 359 imprese dicono addio

Il tasso di disoccupazione nel 2008 è stato del 6,9%. A Fermo invece il saldo è positivo

Ovvero +107%. Se poi facciamo un confronto col 2007 la crescita è del 560%. Il tasso di disoccupazione nel 2008 è stato del 6,9%, nel resto del Paese 6,7%.
Questo tragico bilancio è stato fornito durante una conferenza convocata dai vertici di Confartigianato. «La provincia di Ascoli è la più penalizzata delle Marche – dichiara il responsabile Confartigianato Ascoli e Fermo, Gilberto Gasparoni – Rispetto ad altre aree della regione qui la difficoltà è aumentata dalla delocalizzazione delle industrie. La crisi investe le imprese e in diversi settori. Fatturato e utili precipitano – prosegue – la flessione più consistente riguarda le imprese artigiane manifatturiere, poi il settore costruzioni ed il terziario. Gli investimenti segnano –36,3% (oltre il 50% se paragonati al 2005)».
Le piccole imprese artigiane tuttavia riescono a mantenere gli occupati e decidono di guadagnare meno. «Credo sia dovere delle Istituzioni far sì che le aziende possano rimanere sul mercato fino a quando il clima non sarà più favorevole – aggiunge Gasparoni – Confartigianato Imprese e Uapi insieme contatno 4 mila aziende associate ( 800 nell’ultimo anno) e 3 mila pensionati. In un periodo come questo hanno sentito il bisogno di appoggiarsi a un partner sicuro ed associarsi per fare sinergia e fronteggiare insieme le difficoltà».
«La via d’uscita possibile è fare squadra – sostiene il direttore Guido Tarli – bisogna creare consorzi o favorire i gruppi anche spontanei per quanto riguarda i processi di produzione, gli acquisti o se si vuole aggredire i nuovi mercati. Anche questo è sinergia».
Anche il Piano Casa rappresenta un’opportunità per l’economia locale. «Se il Piano fosse stato recepito dalla Regione prima dell’estate, già ora vedremmo i frutti – dichiara Natascia Troli, settore edile Confartigianato –  L’unica pecca del progetto riguarda le mancate deroghe alle distanze di confine». Il Piceno vive un grave stato di emergenza. E i campanelli d’allarme ci sono tutti.
A Fermo addirittura il saldo tra iscrizioni e cessazioni di aziende è positivo: +252 ( 978 contro 726). «In tutte le Marche ad Ascoli si registra una grave crisi – precisa il presidente Moreno Bruni – La grossa accelerazione si è verificata da settembre ad oggi: 209 imprese sono state cancellate in due mesi».
«La piccola azienda salverà l’Italia. Con fatica ma ci riuscirà» annuncia il presidente regionale Confartigianato Salvatore Fortuna. Avrà ragione? Il Piceno vive oggi il suo momento più tragico dal dopoguerra. I dubbi sono tanti, la paura è ormai una compagna quotidiana. Ma come amava dire anche François de La Rochefoucauld «non c'è timore senza speranza, né speranza senza timore».