Oggi oltre il 90% dei lavoratori marchigiani rischia di chiudere bottega
Hanno restaurato chiese, dipinti, affreschi, libri, strumenti musicali, arazzi, gioielli. Hanno frequentato scuole di specializzazione riconosciute dalla Regione, corsi universitari e sono in possesso di diplomi che oggi valgono carta straccia.
Sono i restauratori, detentori di un sapere antico, spesso tramandato da generazione in generazione, il più delle volte acquisito sul campo, frutto di anni di esperienza, di pazienza, di precisione.
Oggi oltre il 90% di loro rischia di sparire, di chiudere bottega, di non vedere riconosciuti anni di lavoro in un settore delicatissimo. E quanto potrebbe accadere con l'approvazione del decreto ministeriale, promosso dai Beni culturali, che regolamenta le modalità per essere qualificati "restauratori culturali". L’iter di riconoscimento della qualifica di restauratore è diventato infatti un percorso ad ostacoli che rischia di mettere fuori mercato molte imprese del restauro delle Marche. La denuncia arriva da CNA Artigianato Artistico e Tradizionale preoccupata per le sorti delle imprese artigiane interessate dalle nuove norme che regolamentano l’accesso alla professione e che determinano il riconoscimento delle qualifiche degli operatori del restauro già in attività. Scadrà il prossimo 31 dicembre la domanda di riconoscimento della professione di restauratore.
La CNA punta il dito contro la nuova legge che, varata con otto anni di ritardo, ritiene utili per il riconoscimento della qualifica solo i requisiti maturati prima del 2001. “In sostanza - spiega la Cna - chi ha operato in questi otto anni è come se non esistesse dato che la sua esperienza non vale per la nuova legge. I requisiti ritenuti necessari dalla nuova legge, sono sostanzialmente impossibili da recuperare per gli artigiani e per i lavoratori del settore”.
L'associazione è fortemente preoccupata per il futuro di molte imprese che operano nel restauro o che fanno del restauro un importante elemento della propria attività perché le nuove norme pretendono di disciplinare in modo generalizzato e retroattivo una situazione precedente al 2001. Un intervento che CNA giudica tardivo e che serve a produrre solo un’ingiusta espulsione dal mercato di tantissimi operatori (molto dei quali giovani), che hanno maturato in questi anni un bagaglio di competenze professionali altamente qualificate.
“Oltre a ciò – affermano i responsabili dell’Unione CNA Artistico - per la presentazione della documentazione richiesta, molti giovani imprenditori del restauro sono già in difficoltà in quanto, negli anni precedenti il 2001, si trovavano ad operare con un rapporto di lavoro dipendente. La normativa riconosce questa possibilità ma rende la vita impossibile a chi, forte di un percorso formativo coerente e sano, vuole continuare ad impegnarsi nel campo del restauro”.
Per non parlare poi della questione relativa alla prova di idoneità prevista dal regolamento che apre scenari a dir poco inquietanti per le modalità di svolgimento.
Sul tema della nuova regolamentazione per l'acquisizione della qualifica di restauratore, la CNA ha organizzato un convegno regionale dal titolo Restauratori a rischio di estinzione, che si terrà lunedì 14 dicembre nell'Aula Magna della Facoltà di sociologia dell'Università degli studi di Urbino in via Saffi 15 con inizio alle ore 15.
All'iniziativa, che sarà aperta da Luciana Nataloni, responsabile dell'Artigianato Artistico della CNA di Pesaro e Urbino, parteciperanno il Rettore dell'Università di Urbino, Stefano Pivato, l'onorevole Massimo Vannucci, parlamentare, firmatario della mozione Realacci sulla modifica del regolamento della qualifica di restauratore e la restauratrice Federica Papi. Seguirà il dibattito e le conclusioni di Emilio Berionni, responsabile Artigianato Artistico della CNA delle Marche.