Rifondazione, coraggio e consapevolezza nei lavoratori Manuli

Rifondazione, coraggio e consapevolezza nei lavoratori Manuli

Ci rattrista vedere titoli giornalistici che con sottili metafore calcistiche parlano di Autogol

La presa d’atto del mancato accordo da parte di Stefania Pomante ( Segreteria nazionale FILCEM )
dopo tre ore di discussione serrata, è stata la conferma che c’erano motivazioni ed argomentazioni espresse dai lavoratori, troppo palesi per non essere prese in considerazione.
Gli operai hanno deciso di non mandare a casa 235 colleghi e allo stesso tempo si sono rifiutati di far lavorare 140 altri colleghi in quelle che, da “ipotesi d’accordo”, sembravano condizioni “al limite” della sopportabilità. Ci riferiamo alla totale mancanza di un piano industriale per il futuro, all’assenza degli addetti alla manutenzione, alla rinuncia di qualsiasi criterio di sicurezza sul luogo di lavoro e all’azzeramento di tanti diritti salariali acquisiti col tempo.
Allo stesso tempo un plauso dovrebbe anche venire dalle cittadine e dai cittadini. 
Grazie a questo mancato accordo gli Ascolani non vedranno salire le loro tasse a differenza di quello che Manuli aveva pensato di rifilarci, con la costruzione della “sua” linea elettrica fino allo stabilimento Oil&Marine, e con il cambio di destinazione d’uso dell’area per preparare una nuova speculazione edilizia tutto a spese del Comune e della Provincia di Ascoli Piceno.
Ecco cosa nascondeva il “vantaggioso” accordo.
E’ per questo che ci rattrista davvero molto, vedere titoli giornalistici che con sottili metafore calcistiche parlano di “Autogol”.
Gli stessi giornali ci presentano ogni giorno una guerra tra due blocchi sindacali nel mezzo dei quali muore la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.
Questo scontro preferiamo trovarlo in atto più su alcuni titoli che non nella realtà, anche se non possiamo chiudere del tutto gli occhi di fronte a CGIL, CISL e UIL che, nonostante la bocciatura delle maestranze, non prendono atto della loro eccessiva morbidezza nei confronti di Manuli, ma si scagliano in maniera ingloriosa contro i lavoratori stessi, accusandoli di essere i diretti responsabili della chiusura dello stabilimento e avanzando strane accuse di “estremismo” a chi i lavoratori li ha sostenuti da subito e si sente non in diritto ma in dovere di farlo partecipando liberamente a tutte le assemblee davanti ai luoghi di lavoro.
Rispetto a UGL e SdL siamo convinti di poter chiedere e ripetere di provare metodi più efficaci per un lavoro in comune con gli altri sindacati e che una atteggiamento isolazionista non giova a nessuno. Per una buona riuscita di tutta questa faccenda abbiamo bisogno dell’intesa tra sindacati di base e confederali.
Noi di Rifondazione Comunista siamo convinti di avere il dovere di sostenere la lotta dei lavoratori, in quanto comportamento intrinseco alla natura del nostro partito.
Lo continueremo a fare in qualsiasi momento e luogo, dai presidi, alle manifestazioni comprese le riunioni. Non cambieremo la rotta che ormai da mesi ci vede al fianco delle maestranze.
Siamo convinti che gli operai con la bocciatura, oltre al mancato accordo abbiano chiesto a gran voce una direzione precisa di lotta che solo un sindacato unito e determinato gli può dare.
Oltre a questo ci teniamo ad esprimere tutta la nostra solidarietà per i due operai sospesi dall’ azienda giudicati colpevoli delle proteste che hanno portato ad un pacifico corteo interno alla Manuli nel mese passato. I lavoratori si stanno adoperando per una raccolta firme che conta già centinaia di adesioni in sostegno ai due colpiti da questo assurdo provvedimento “ad personam”.