«A seguito dell’assemblea dei lavoratori della Manuli Rubber Industries svoltasi ieri 11/11/09 presso la sala riunioni della camera di commercio di Ascoli Piceno per informare tutti i lavoratori sui contenuti dell’ipotesi d’accordo siglato al ministero, basato sul mantenimento del sito produttivo di Ascoli Piceno, sul rientro al lavoro di 140 lavoratori, sull’avvio della cassa integrazione e su incentivi e integrazioni economiche, come Direttivo della Femca Cisl della Manuli ci dissociamo dal comportamento incivile di una parte di lavoratori che non hanno permesso il regolare svolgimento dell’assemblea stessa.
Di conseguenza è stato impossibile approfondire i contenuti dell’accordo ed è stata impedita anche la possibilità di esprimersi democraticamente a scrutinio segreto per la ratifica o meno dell'ipotesi d’accordo anche a causa di azioni di disturbo messe in atto da persone esterne alla maestranze Manuli e che nulla avevano a che fare con tale situazione.
Volevamo inoltre puntualizzare che la votazione effettuata per alzata di mano al termine dell’assemblea “bolgia” è stato un abuso da parte di qualche delegato RSU: non corrisponde assolutamente a verità il fatto che alla votazione abbiano vinto i NO all’unanimità, in quanto la maggior parte dei lavoratori se ne era già andata per il disgusto provato nel vedere tale atteggiamento.
Crediamo alle istituzioni che hanno seguito fin dall’inizio la vicenda di condannare questi comportamenti antidemocratici e di sostenere la possibilità per tutti i laboratori della Manuli di potersi esprimere liberamente sul loro futuro.
A conclusione intendiamo esprimere la nostra solidarietà ai responsabili sindacali nazionali e provinciali presenti e fatti bersaglio di insulti e lanci d'oggetto e affermare con forza che gli ascolani fortunatamente non sono tutti così ».
Rispettiamo le idee di tutti ma, poiché sono solito informare correttamente i nostri lettori e visto che ero personalmente presente a quell'assemblea, mi corre l'obbligo di fare alcune riflessioni su ciò che è accaduto.
Angelo Colombini della Cisl ha parlato per circa 20 minuti, con interruzioni varie di qualche esagitato.
Ma come si fa a non esagitarsi quando in ballo c'è il futuro delle famiglie? Non ritengo che il massimo della pratica democratica sia il voto segreto quando c'è in ballo il futuro di una fabbrica e del territorio.
Ritengo inoltre che quando c'è una stragarande maggioranza, come quella epressa dalle mani alzate per il no in quella sala ( a testimonianza ci sono innumerevoli immagini) un verdetto sia chiaro. Non c'è stata unanimità si dice, ma chi invoca la democrazia sa bene che la maggioranza decide in caso di voto. Ultima cosa.
Non vi è sembrato provocatorio il comportamento di Colombini nel convocare il referendum per il giorno successivo all'assemblea dopo che Stefania Pomante (Cgil) aveva appena parlato di mancato accordo?