Manuli, a ottobre un nuovo piano industriale

Manuli, a ottobre un nuovo piano industriale

Il 5 ottobre appuntamento al Ministero dello sviluppo economico

al Ministero, con la delegazione marchigiana guidata dall’assessore al lavoro, Fabio Badiali, con il presidente della Provincia Celani, il sindaco Castelli, i sindacati e il coordinamento dipendenti.
L’azienda, quindi, si è impegnata a presentare il nuovo piano industriale completo che contempli, in alternativa al licenziamento dei lavoratori, l’ipotesi di altre forme di gestione della crisi, in particolare la cassa integrazione.
Obiettivo: il mantenimento del sito della Manuli operativo.
Soddisfazione da parte dell’assessore Badiali: “Registriamo oggi un passo in avanti – ha detto – reso possibile grazie all’apporto di tutte le istituzioni, del Ministero e delle parti sociali. Torna dunque l’ipotesi di un impianto ad Ascoli e la possibilità di non perdere la capacità produttiva del Piceno”. 

La dichiarazione dell'Sdl

“Dobbiamo capire quale sono i contenuti e quali gli effetti reali del piano industriale che la Manuli si appresta a presentare nell’incontro del 5 ottobre. Anche se oggi si è fatto un passo in avanti, esso è ancora insufficiente, se poi il progetto dell’azienda è quello di tagliare la forza lavoro del 50 per cento, o di battere cassa alla Stato ma continuando nell’azione di smantellamento del sito produttivo avviata negli ultimi anni, un azione che ci ha portato da 800 a 400 dipendenti in poco tempo.” Lo afferma Andrea Quaglietti, vicecoordinatore provinciale del Sindacato dei Lavoratori di Ascoli e membro della RSU di fabbrica dello stabilimento ascolano della Manuli, commentando le novità emerse dall’incontro di oggi a Roma fra azienda e parti sociali. Il gruppo milanese sarebbe disposto a ritirare la mobilità per i suoi 375 dipendenti, e chiedere la cassa integrazione dopo aver presentato un nuovo piano industriale per il sito locale. “Nessun lavoratore dovrà rimanere sulla strada – dice Quaglietti – e noi vogliamo che l’azienda presenti un piano per il futuro utile a trovare le soluzioni per rilanciare l’attività produttiva della fabbrica ascolana. Se così non fosse – aggiunge - non potremmo accettarlo.