Impegno a portare allattenzione dei propri dirigenti nazionali la situazione
Provincia di Ascoli Piceno in lotta per la difesa dei diritti, e aderisce con i suoi più alti organi rappresentativi, alla “Marcia per il Lavoro” di sabato 19 Settembre che si concluderà a Spinetoli.
«La UISP - fa sapere un comunicato - nata in Italia fin dal 1948, per garantire a tutte le classi meno abbienti la possibilità di accedere a spazi di sport e di attività ludico-motorie e ricreative, si riconosce da sempre nei valori della Costituzione Italiana, i cui cardini sono la difesa dei “diritti dei cittadini” di ogni razza, ceto e religione, quali quelli del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione e al gioco, quale massima espressione delle attività ludico- motorie, ricreative e sportive.
L’Unione Italiana Sport per tutti (U.I.S.P.) fin dalla sua nascita ha concepito lo sport e le attività ludico motorie come l’esercizio di un diritto, da affiancare agli altri diritti dell’essere umano, quale la più avanzata interpretazione, oggi riconosciuta anche dall’Unione Europea, della filosofia “dell’inclusione, nessuno escluso”.
La UISP in un momento così drammatico per l’economia Italiana e per quella ascolana in particolare, chiama a raccolta i suoi associati per manifestare il “nostro esserci” a fianco dei lavoratori, consapevoli che lavoratori anch’essi, ci si batte per quel diritto” all’inclusione, nessuno escluso”, che viene giornalmente vanificato se, per meri interessi aziendali, si nega il lavoro a quelle centinaia di famiglie che per tanti anni hanno fatto la fortuna proprio di quelle aziende in via di smobilizzo.
La UISP impegna il proprio gruppo dirigente, per portare all’attenzione dei propri dirigenti nazionali, la crisi del Piceno, e promuovere, a tutti i livelli politico istituzionali, ogni iniziativa di sostegno alle famiglie a rischio lavoro, ma anche per una politica di investimenti, ivi compresi quelli per impianti e servizi, che garantiscano quelle forme di benessere quali la salute, lo studio, il gioco ed il tempo libero, senza dei quali anche il primario diritto, quale è il lavoro, rischia la precarizzazione».